Catania, per i “canili lager” tutti rinviati a giudizio

Canili

Tutti rinviati a giudizio gli indagati nell’inchiesta per maltrattamento e abbandono di animali, nonché associazione per delinquere e truffa aggravata. I giudici di Catania sono intervenuti nel caso dei due canili gestiti dall’associazione “Nova Entra” a distanza di 3 anni dall’ispezione del ministero della Salute che portò alla luce le gravissime condizioni cui erano sottoposti gli animali. A seguito della battaglia condotta dalle associazioni animaliste Lega nazionale per la difesa del cane, Lav e l’Altra Zampa, i reati contestati con imputazione coatta agli indagati comprendono anche l’associazione per delinquere e la truffa. Inizialmente la Procura aveva richiesto l’archiviazione, ma davanti alla mole di documentazione a supporto della denuncia e alle relazioni del ministero della Salute, il giudice non aveva potuto fare altro che procedere con l’imputazione coatta a carico del gestore delle strutture e altre figure tra cui funzionari Asp e del Comune. La Procura ha così chiesto il rinvio a giudizio che il giudice ha confermato con apposito decreto. “Siamo davvero soddisfatti per la decisione del Gup del Tribunale di Catania. Nella comunicazione della notizia di reato si fa riferimento ad animali sacrificati alle logiche del profitto, tenuti in queste strutture che non potevano nemmeno definirsi canili, essendo completamente abusive, ma che hanno potuto operare con la complicità dei veterinari pubblici e di funzionari comunali”, commentano gli avvocati Michele Pezone, Tania Cipolla e Irene Rizza. “La singolarità di questa vicenda, che la rende di rilevanza nazionale, è che per la prima volta, proprio in una zona dove il malaffare che ruota attorno agli animali ha uno dei suoi picchi, viene contestato un reato associativo anche ai pubblici funzionari che avrebbero dovuto impedire queste condotte”, spiegano i legali. “Finalmente si inizia a fare realmente luce su quanto avveniva in quei canili degli orrori”, afferma Piera Rosati, presidente di Lndc.

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