Adrano appesa a un comizio: ieri D’Agate, oggi Mancuso-Di Primo e poi, forse, Ferrante

I social sì, ma vuoi mettere la piazza! Ormai è destino che i dadi del futuro della città di Adrano vengano lanciati in piazza Umberto, davanti al Castello Normanno. Sul palco naturale di Palazzo Bianchi, all’interno del quale venivano ospitati le Acli da una parte e il Partito Comunista dall’altra (versione architettonica d’antan del manuale Cencelli), è d’uso ormai lanciare sfide epocali che si illudono di segnare il cammino prossimo venturo dell’amministrazione e, di conseguenza, dell’intera comunità.
Come se con un comizio – ma fossero anche due o tre – si potesse porre rimedio ad uno sprofondo di natura morale prima che economico-finanziaria dal quale non si riesce a venir fuori. L’amministrazione uscente ha governato per dieci lunghi anni con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: quale comizio potrebbe mettere una pezza su una amara verità del genere?
Ieri sera, per scaldare i motori prima della volata finale, dal microfono di Palazzo Bianchi ha parlato Angelo D’Agate, il candidato del Centrosinistra. Ad annunciarlo, per così dire, un Vasco Rossi d’annata: “… Cosa succede, cosa succede in città / C’è qualche cosa, qualcosa che non va! / Guarda lì, guarda là, che confusione / Guarda lì, guarda là / …che maleducazione”.
D’Agate, oratoria da acqua cheta, ha riguadagnato qualche punto nei confronti dell’ex rivale Nicola Monteleone e ha chiarito, a suo modo, la questione “maggioranza inesistente” nel caso fosse lui ad andare a governare: “Se in Consiglio atti importanti dovessero essere bocciati, ci perderebbero tutti non certo noi soltanto”.
L’attesa “comiziale” è tutta concentrata sulla serata di oggi: a parlare sarà l’ex deputato regionale Fabio Mancuso che con una serie di dichiarazioni-trailer mozzafiato ha pubblicizzato il suo intervento di stasera: “In tutti i modi democratici cercherò di fermare questo delirio di onnipotenza…” e poi ancora “…sveleremo l’inganno e l’ipocrisia di questo gruppo di poteri (con la I) ancora radicato nella nostra città”.
Dal fronte opposto a quello del suo candidato, Mancuso dà a intendere di vedere come il fumo negli occhi gli ex avversari del Centrosinistra tornati in auge con il successo elettorale di D’Agate: Luigi Gulino, Diego Di Gloria, Pippo Leocata solo per citarne alcuni.
Tenuto conto che dal 2000 al 2008 è stato Mancuso a governare Adrano per poi lasciare “obtorto collo” dal 2008 fino ai giorni nostri il compito al nemico-amico Ferrante, cosa potrà egli dire contro di loro se questi non governano da così tanto tempo?
Sul proscenio di Palazzo Bianchi, Mancuso si alternerà stasera con Aldo Di Primo, il candidato sindaco che ha dato del “cittadino” all’alleato Mancuso (mica è una offesa, anzi) forse per dissinescare preventivamente qualche effetto indesiderato.
Infine, ma la cosa è ancora è in forse, prima che cali il silenzio elettorale il sindaco Ferrante potrebbe tenere il comizio d’addio per tirare le somme dei suoi 10 anni di lavoro e, soprattutto, per cercare di spiegare ai cittadini le ragioni del Patto della Pescheria che in tanti non hanno digerito.
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