Archeologia, a Levanzo rinvenuti tre rostri in bronzo: armi da guerra usate per speronare navi nemiche

Nuova scoperta archeologica nei fondali di Levanzo, una delle tre isole Egadi, nel Trapanese. A ottantacinque metri di profondità sono stati rinvenuti altri tre rostri in bronzo, uno dei quali e’ stato già ripescato, risalenti alla Battaglia delle Egadi. Il ritrovamento è frutto della collaborazione tra la Soprintendenza del mare, braccio operativo dell’assessorato regionale dei Beni culturali, e la statunitense ‘Rpm Nautical Foundation’, mirata all’approfondimento della ricerca subacquea nell’area prospiciente l’arcipelago trapanese. Le micidiali armi da guerra, montate nella parte anteriore dell’imbarcazione per speronare le navi nemiche e provocarne l’affondamento, si aggiungono ai tredici rostri già recuperati nelle campagne precedenti. Le ricerche archeologiche strumentali in alto fondale, iniziate nel 2004, hanno consentito fino a oggi l’individuazione e il recupero di undici rostri romani e di due cartaginesi, oltre che di 21 elmi romani del tipo montefortino.
Ritrovati anche numerose anfore e dotazioni di bordo. Lo scontro, avvenuto nel 241 avanti Cristo, vide opporsi la flotta cartaginese a quella romana, con la vittoria di quest’ultima. “Sono particolarmente felice di questa scoperta – afferma l’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa, di professione archeologo – poiché dimostra ancora una volta la validità dell’intuizione che abbiamo avuto sull’identificazione del luogo della Battaglia delle Egadi. Il governo Musumeci ha intenzione di sviluppare sempre più la cooperazione internazionale nella ricerca archeologica che sta dando grandi risultati in termini di arricchimento del nostro patrimonio culturale e di visibilità della Sicilia nel mondo, con ricadute turistiche molto importanti”.
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