Maltempo, il premier Conte arriva in Sicilia: a Casteldaccia in elicottero

“Sto partendo per la Sicilia, dove il maltempo ha causato almeno 10 vittime”. Cosi’ su twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Sono in continuo contatto con la Protezione Civile per avere costanti aggiornamenti anche sulla drammatica situazione nelle Regioni del Nord”, aggiunge Conte.
Conte arriva a Palermo per poi raggiungere in elicottero Casteldaccia e le zone colpite dal maltempo. Dopo, con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il presidente del Consiglio andrà a Palermo per una riunione in Prefettura.
“Il maltempo estremo ha fatto 12 vittime in Sicilia, tra cui due bambini di 1 e 3 anni. Le mie condoglianze alle famiglie delle vittime. L’Unione europea è pronta ad aiutare le popolazioni colpite”. Lo scrive su Twitter il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani.

Sono oltre 7 milioni le persone che in Italia risiedono in territori a rischio idrogeologico per alluvioni (6 milioni) o frane (1 milione) che interessano ben il 91% dei comuni italiani. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che esprime cordoglio per le vittime della tragedia di Casteldaccia, sulla base dei dati Ispra. In Sicilia dove per l’ultima ondata di maltempo la situazione è gravissima si trovano aree a rischio nel 92,3% dei comuni ma la percentuale – sottolinea la Coldiretti – sale al 100% per regioni come Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria. Non è quindi un caso se l’Italia si colloca tra i dieci Paesi più colpiti al mondo per alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti che hanno provocato perdite per 48,8 miliardi di euro negli ultimi 20 anni secondo una analisi della Coldiretti su dati Unisdr, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di disastri naturali. A questa situazione – precisa la Coldiretti – non è certo estraneo il fatto che l’ultima generazione è stata responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata (-28% in 25 anni) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari.

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