Paternò, sul ‘bavaglio allo streaming’ la promessa di Naso: “Tra una settimana sarà tutto risolto”

Tra una settimana, assicura al Corriere Etneo il sindaco di Paternò Nino Naso, la questione ‘diretta streaming’ sarà risolta. Due mesi fa aveva detto la stessa cosa il presidente del Consiglio, Sambataro, poi sapete tutti com’è finita.

“Non abbiamo nulla da temere, abbiamo un ottimo rapporto con l’informazione e presto ripristineremo la diretta” sottolinea il sindaco di Paternò, travolto dalle polemiche sul bavaglio allo streaming delle sedute consiliari. Stiamo a vedere e ragioniamo sui fatti e i fatti ci dicono che da tre mesi la “questione streaming” non trova risposta nonostante c’è chi – come il Corriere Etneo – si sia offerto di dare gratis il servizio.

Oggi continuiamo a raccogliere i commenti sulla vicenda. Alle nostre domande risponde Mirko Oliveri, responsabile di #DiventeràBellissima Giovani di Paternò. C’è una ragione per la quale l’amministrazione Naso impedisce la diretta streaming del Consiglio comunale?

Personalmente non capisco quali possano essere le motivazioni per impedire tale servizio utile e ormai presente in tutti le città moderne. Cercare di trovare le ragioni mi sembra un affare poco entusiasmante.

La città chiaramente vive in una precarietà sistemica e giocare a nascondino non giova certamente a risolvere i problemi ma anzi, questo atteggiamento mina soprattutto la credibilità dell’amministrazione che rischia di ammalarsi (mi auguro non lo sia già) della sindrome di Hubris, contagiosa quando si gestisce il potere: arroganza, presunzione e preoccupazione maniacale della propria immagine.

Mi auguro che la questione possa essere risolta già a partire dalla prossima seduta di consiglio comunale, evitando per una questione di immagine e di autonomia dell’assise e dei suoi rappresentanti, di dover assistere ad una votazione per rendere il servizio streaming nuovamente operativo e permettendo così a tutti i cittadini, soprattutto ai più giovani, di poter guardare la diretta comodamente da casa o dai propri cellulari.

Oggi la gente è sempre più lontana dalla politica e questo servizio, ritenuto ormai indispensabile, certamente, rappresenta un valido strumento per riavvicinare i cittadini alle questioni più o meno importanti della cosa pubblica.

Questo rifiuto alla trasparenza come può essere superato?

Si supera immediatamente recuperando il buon senso e permettendo, attraverso l’autorizzazione da parte del presidente del consiglio, di trasmettere la diretta streaming dei lavori consiliari a chi ha già dato la propria disponibilità a farlo gratuitamente.

Evidentemente l’amministrazione, una volta riparato il guasto al sistema hardware e regolarizzato il pagamento alla piattaforma digitale di trasmissione, potrà nuovamente garantire il proprio servizio, ringraziando quanti fino ad allora avranno sopperito a tale deficit.

E poi, considerata la saltuarietà delle convocazioni del consiglio comunale (l’ultimo è stato convocato a distanza di più di 40 giorni dal precedente), creare polemica alzando un muro nei confronti dei cittadini è alquanto ridicolo: si parla di 2 ore al mese in media di lavori di consiglio e non di una riproposizione del film celebre “La corazzata Potemkin”.

A proposito: speriamo che il prossimo consiglio comunale non sia come “La corazzata Potemkin”.

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