Musumeci: “Non sono fatto per i ribaltoni, nessuno si illuda”. Fava: “Da lui solo annunci”

“Nessuno si illuda, io non sono fatto per i ribaltoni”. Ad affermarlo è il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso della presentazione del report sul primo anno di attività del suo governo. “Questa è la mia coalizione – ha aggiunto Musumeci – e con questa, al di là dei numeri, andrò avanti per tutta la legislatura. Il contratto? E’ già scritto, non c’è un solo rigo bianco perché l’ho fatto con chi ci ha eletto – ancora il governatore -. Se le altre forze politiche volessero proporre altri temi e obiettivi non presenti in quel contratto vengano con umiltà e insieme potremo scrivere l’allegato A e B”.

Nel corso dell’incontro con la stampa Musumeci ha fatto il punto sulle cifre “movimentate” dal governo regionale siciliano in questo primo anno: 3,5 miliardi di euro spesi o impegnati nel 2018. E nel dettaglio: 323 milioni per il risanamento del territorio, un miliardo e 207 milioni per servizi formazione lavoro e acquisto di autobus, in agricoltura impegnati 200 milioni di euro ed erogati 175 milioni. E ancora: per la pesca 143 milioni. Per le infrastrutture, infine, un miliardo 208 milioni e 400mila euro.

MUSUMECI: “PER BANKITALIA SI REGISTRA LENTA CRESCITA”

“Questo è un Governo che qualcuno all’opposizione considera del nulla, che qualche giornale giudica procedere a rilento. Io non lo so se sia del nulla o se marci a rilento. L’unico dato di cui disponiamo è il rapporto Bankitalia che dice che nel primo semestre 2018 si registra una lenta crescita dopo anni di decrescita”. Lo ha detto il governatore siciliano, Nello Musumeci, aggiungendo: “L’Ance tre mesi fa ha dichiarato pubblicamente che in Sicilia si vede un po’ di luce in fondo al tunnel. E’ evidente che della vasta mole di denaro, quasi tre miliardi di euro impegnati, si potranno cogliere le ricadute tra la metà del 2019 e il 2020”. Per il governatore siciliano “questa è la stagione della semina e delle riforme perché abbiamo assunto l’impegno per avviarle. Qualcuno si diverte a dire che il Governo ha presentato solo cinque disegni di legge a fronte dei 66 di uno dei gruppi d’opposizione. La scorsa legislatura Crocetta che in Aula poteva contare su una maggioranza schiacciante, ha presentato oltre 140 ddl ma solo otto sono andati in porto, di questi quattro sono stati impugnati da Roma. La nostra stagione comprende 10-12 disegni di legge che non servono a fare statistica ma ad ammodernare la macchina della Regione. Abbiamo un metodo di governo: la programmazione. Abbiamo deciso cosa e come farlo, con quale risorse finanziarie e umane – ha concluso -. E’ lo stesso metodo usato quando ho governato la provincia di Catania, che è stata quella con il più altro tasso di gradimento in giunta, seguita da Lecco e Bologna”.

FAVA: “DA MUSUMECI SOLO ANNUNCI”

“Invece di dedicarsi a presentazioni alla stampa a mezzo slide sui sedicenti risultati raggiunti in un anno di governo, il presidente Musumeci avrebbe fatto bene stamattina a essere presente all’Assemblea regionale siciliana per discutere su un disegno di legge di assestamento di bilancio che porta la sua firma e per confrontarsi con il Parlamento siciliano sui suoi presunti traguardi”. Lo ha detto Claudio Fava, parlamentare dei Cento Passi all’Ars, intervenendo stamattina a Sala d’Ercole nel corso del dibattito d’Aula. Fava ha sottolineato che “da Musumeci in questi mesi non abbiamo ricevuto atti compiuti, proposte di riforme o disegni di legge che avrebbero dovuto essere conseguenti agli annunci fatti all’atto del suo insediamento. Non c’è un aggiornamento sullo stato della spesa comunitaria che ci vede sempre ultimi in Europa e a serio rischio di dover restituire a Bruxelles cinque miliardi di euro. Non esiste alcun piano dei rifiuti e si continua ad affidare lo smaltimento ai soliti noti padroni delle discariche private. Non abbiamo ricevuto un piano di dismissione dei tanti carrozzoni del sottogoverno regionale – conclude ancora Fava -, mentre l’Ars si trova a dover discutere di nomine nei Consigli d’amministrazione determinate secondo la più antica e dorotea pratica di sottogoverno fra amici e sodali di partito”.

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