Paternò, alla seduta consiliare straordinaria contro la Discarica di Centuripe disertano gli altri Comuni

Seduta straordinaria del Consiglio comunale di Paternò per affrontare la questione relativa alla realizzazione – in contrada Muglia a Centuripe – di un mega impiant per la lavorazione dei rifiuti.
Una tematica che interessa, in modo indiretto , anche il territorio paternese. Alla seduta consiliare di ieri, tenutasi nell’aula consiliare di Palazzo Alessi, erano stati invitati gli amministratori dei comuni della Valle dei Simeto: è andata quasi deserta. Erano presenti, infatti, oltre ai consiglieri comunali, solo il sindaco di Paternò Nino Naso, il vice sindaco di Ragalna Roberto Di Bella e il primo cittadino di Catenanuova Carmelo Scravaglieri, accompagnato dal presidente del consiglio Pietro Antonino Scravaglieri.
Hanno aderito all’invito, partecipando alla seduta, anche i rappresentanti di associazioni ambientaliste e non profit, ossia il Presidio Partecipativo del Patto del Fiume Simeto, Agesci di Paternò, SiciliAntica, Rifiuti Zero Sicilia e i comitati “Restiamo Puliti” di Centuripe e Catenanuova. Il sito scelto per la realizzazione dell’impianto si trova a tre chilometri dal centro di Catenanuova, in una zona agricola e a qualche chilometro da Paternò. La zona in cui sorgerebbe l’impianto ricade in un’area di interesse archeologico. “Abbiamo raccolto il grido d’allarme di alcuni comitati di Centuripe- ha detto Nino Naso-. Stiamo lavorando per fare un percorso unico, tutto insieme”. Per tale ragione è stata preparata una mozione che sarà condivisa prossimamente da tutte le parti in causa, attraverso la quale saranno spiegate le motivazioni del no alla presenza dell’impianto nel territorio della Valle del Simeto.
“Siamo dinanzi ad una discarica a tutti gli effetti- ha affermato il primo cittadino di Catenanuova Carmelo Scravaglieri- Vogliono spostare il conferimento dei rifiuti dalla discarica di Motta Santa Anastasia nei nostri comuni. La provincia di Enna è stata sempre considerata terra di conquista. Ci siamo sempre opposti sin dall’inizio a questo progetto perché riteniamo che sia più importante garantire la nostra salute, e poi quel sito è una zona di straordinaria bellezza agricola e archeologica

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