Bronte, fermare il declassamento dell’ospedale: entro l’anno chiude il ‘punto nascite’

Il declassamento dell’Ospedale di Bronte viene contestato dall’associazione “Io Consumatore”, rappresentata dall’avv. Giuseppe Gullotta. In una lettera inviata al Corriere Etneo si spiegano le ragioni di tale contrarietà, legate esclusivamente alla mancata assistenza di una considerevole fascia di popolazione. Questo il testo della lettera.

Il Servizio Sanitario Nazionale DEVE GARANTIRE L’IMMEDIATA ACCESSIBILITÀ IN REGIME DI RICOVERO ORDINARIO AI SOGGETTI CHE IN PRESENZA DI PROBLEMI O PATOLOGIE ACUTE NECESSITANO DI ASSISTENZA MEDICO-INFERMIERISTICA PROLUNGATA NEL CORSO DELLA GIORNATA (articolo 38 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 gennaio 2017- definizione e aggiornamento dei LEA livelli essenziali di assistenza).
Il declassamento dell’ospedale Castiglione-Prestianni di Bronte a nosocomio di zona disagiata, unitamente alla chiusura del punto nascite entro l’anno in corso, è in palese contrasto con gli anzidetti principi sanciti dal decreto del Presidente del Consiglio.
Il territorio servito dall’ospedale di Bronte, comprende anche i comuni di Cesarò, San Teodoro e Santa Domenica Vittoria, ricadenti nell’area dei Nebrodi. Questi territori hanno notevoli difficoltà di natura orografica, di viabilità eccetera. Ma vi è di più.
La popolazione che vi risiede ha un tasso di anzianità certificato da documenti ufficiali particolarmente elevato.
Il decreto dell’Assessore regionale alla salute, sul riordino della rete ospedaliera, a sua volta posto in essere sulla base anche delle prescrizioni del Ministero della Salute, a parere nostro viola il sacrosanto diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione che testualmente recita : La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Non appena saranno pubblicati i documenti ufficiali, valuteremo attraverso criteri oggettivi, se i principi di uguaglianza ed imparzialità tra tutti i cittadini, nell’ambito della garanzia del citato diritto alla salute sono stati applicati nella previsione del citato decreto sul riordino della rete ospedaliera. Noi crediamo di no. Autorevoli esponenti del mondo della sanità ritengono di no. In particolar modo nella provincia di Catania, si nota una evidente sproporzione di nosocomi verso l’area metropolitana della città, dove si potrebbe dire gli ospedali si trovano uno accanto all’altro. Di converso, il medesimo decreto, non ha previsto nessun ospedale classificato di “Base”, nella zona cosiddetta “pedemontana” della provincia, che come anzidetto prevede anche una parte dell’area dei Nebrodi che ricade nella provincia di Messina. Ragione per la quale, nei prossimi giorni, appena saranno acquisiti i documenti ufficiali, alla luce delle citate premesse ci riserviamo di fare ricorso agli organi giurisdizionali preposti, insieme alle associazioni del comprensorio e agli uomini di buona volontà. (Avv. Giuseppe Gullotta)

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