Paternò, il movimento Città Futura teme l’agonia politica: “Come farà Naso a governare?”

Lo spauracchio del dissesto per coprire le responsabilità dell’amministrazione. A Paternò, il movimento civico di recente costituzione “Città Futura” e il movimento politico “Paternò al Centro” intervengono sulla crisi che ha investito la giunta Naso. Senza una maggioranza in consiglio comunale – è la domanda principale – come farà il sindaco ad affrontare i prossimi tre anni di governo? Il Corriere Etneo pubblica volentieri il comunicato, non prima – però – di aver fatto rilevare un vuoto di chiarezza che attiene a tutta l’area del centrosinistra cui “Città Futura” fa riferimento. Nella giunta Naso il Partito Democratico ha un ruolo ben preciso e riconoscibile con la presidenza del Consiglio e, di recente, anche con un assessorato. Sa di opportunismo e non ha nulla di politico il silenzio prolungato degli esponenti della sinistra locale sulla ‘originale’ formula scelta dal sindaco per comporre la propria giunta: Fratelli d’Italia, leghisti in pectore ed esponenti del Pd tutti insieme sotto il mantello del civismo. A tutto il Centrosinistra paternese sta bene tutto ciò? Lo dica, non si sottragga al dibattito con la scusa che il Pd non ha una sua dirigenza.
Qui di seguito il testo integrale del comunicato.
Dopo aver cavalcato per anni – populisticamente – il tema della riduzione dell’addizionale IRPEF, il primo cittadino ha subito una dura sconfitta in consiglio comunale, ad opera della sua stessa maggioranza, proprio sul tema con cui aveva costruito il suo successo elettorale.
Tutti ricordiamo l’impeto con il quale l’attuale sindaco, accompagnato da un gruppo di persone appositamente aizzate, fece irruzione a Palazzo Alessi per invocare la riduzione dell’aliquota IRPEF.
Oggi, invece, il sindaco non accetta la deliberata riduzione dell’aliquota IRPEF e agita lo spauracchio del dissesto. In realtà, il paventato dissesto è un semplice alibi per coprire le responsabilità dell’attuale amministrazione che, ad oggi, non ha avviato alcuna seria politica di lotta all’evasione fiscale e di riscossione dei tributi locali non incassati.
Infatti, le entrate derivanti da un’azione politica ed amministrativa virtuosa coprirebbero ampiamente gli oneri derivanti da tale provvedimento. Evidentemente manca la volontà di intraprendere un simile percorso dalla quale emerge l’assoluta mancanza di programmazione e visione strategica di medio e lungo periodo.
Da tale vicenda emerge che il sindaco non ha più una maggioranza in consiglio comunale. A tal proposito ci chiediamo in che modo il primo cittadino intenda affrontare i prossimi tre anni di governo non avendo più i numeri in consiglio.
Non vorremmo assistere ad una lenta ed inesorabile agonia politica di cui la città sarebbe l’unica vittima

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