“Cara Paternò ti scrivo”: lettera aperta sul futuro della città. “Non è tutta colpa di Naso”

L’ex consigliere comunale di sinistra Giancarlo Ciatto ha inviato al Corriere Etneo una ‘lettera aperta’ sul destino di Paternò. E’ una analisi che guarda anche alle cause del declino della città e propone una possibile via d’uscita.
Le opinioni contenute in queste lettera non sono quelle del Corriere Etneo. La pubblichiamo volentieri nella speranza che da essa possa scaturire un dibattito fertile per l’intera comunità

Egregio Direttore,
questa mia nasce dopo un lungo periodo di riflessione, periodo nel quale si sono consumate diverse vicende nella nostra Città, e non le nascondo che sono stato fino all’ultimo combattuto rispetto al fatto di rendere pubbliche le considerazioni che seguiranno. Ma io ho sempre pensato che rendere pubblica la propria opinione sia salutare alla politica, alla libertà e alla democrazia, soprattutto quando l’opinione è dissenziente. Dunque, eccoci qua.
Paternò è totalmente al collasso dal punto di vista economico, culturale, sociale ed etico. Chi la governa, sindaco in testa, è totalmente inadeguato a svolgere il proprio ruolo. Nasconde dietro la falsa “presenza, e dietro un “vittimismo” tipico di certe personalità egotiste, il vuoto più assoluto. Scimmiotta una comunicazione demagogica e populista pensando così di stordire la città, ma non una sola questione fondamentale è stata affrontata da questa amministrazione. È stato eretto un sistema di potere chiuso, asfittico, e che ruota intorno al sultano. Per il resto in città ognuno fa ciò che vuole. Intere aree sono controllate (letteralmente) da piccola delinquenza. Le vie cittadine somigliano a dei veri e propri Suq e in certe zone si ha l’impressione di essere a Beirut dopo i bombardamenti. Lo sfilacciamento del tessuto economico e morale, rende impraticabile la nostra comunità. Le persone per bene – cioè la stragrande maggioranza dei cittadini – sono come impaurite e chiuse nelle proprie case. Si sentono impotenti di fronte a tanto scempio. Tuttavia sarebbe disonesto intellettualmente, e gravemente controproducente per il futuro, pensare che lo stato in cui versa la città sia addebitabile solo all’amministrazione Naso. Le ragioni di questo declino affondano le radici in tempi assai lontani e hanno natura sociologica, più che politica. Nel tempo le varie amministrazioni hanno fatto poco, ma oggi assistiamo alla nemesi di certi fattori sociali. Bisogna dirlo con estrema franchezza, la borghesia di questa città, il suo ceto dirigente, hanno smesso di interessarsi di Paternò. Naso è il prodotto di tale disinteresse e di un “elitismo chiuso e autoreferenziale”. E se non si fanno i conti con questa realtà, la città è destinata a morire per sempre. È palese agli occhi di un attento osservatore che vi è il tentativo di ricostruire certi blocchi di potere che si ergono ad alternativa a Naso, ma che in realtà ne costituiscono la “causa sui”. Tra l’altro, molti, anche all’interno della mia parte politica, ragionano con vecchi schemi (sociali, politici, elettorali ) che non sono più applicabili nell’attuale contesto cittadino e che indurrebbero a compiere drammatici errori. Per questo un certo manicheismo, manifestatosi nelle ultime settimane mi sembra fuorviante. Per questo urge costruire una vera alternativa di sistema e di popolo che consenta anche a chi oggi sostiene Naso, perché non vede nient’altro, di chiamarsi fuori da questa esperienza. Per questo mi rivolgo al Pd, al centrosinistra ‘lato sensu’ e a tutte le forze civiche esistenti in questo mondo, per aprire un tavolo di costruzione dell’alternativa. Sento parlare da diverse parti di “alternativa civica”. Al di là della vaghezza espressiva di questa formula, vi è un vuoto pratico da dover colmare. Che cosa si intende per progetto civico? Io sono convinto che in questa città vi sia bisogno di un governo di salute pubblica che metta dentro personalità di spessore e totalmente disinteressate, ma che non vi siano le condizioni perché questo governo sia trasversale da un punto di vista del ceto politico. La ricostruzione di certi blocchi ha radici di “parte” ed influenze anche esogene per cui sarebbe impossibile “mettersi insieme”. Del resto salute pubblica e trasversalismo non sono la stessa cosa. Non mi sfugge, infine , che c’è una contraddizione interna al Pd che va sanata. Vi è una parte di quel partito che sostiene questa amministrazione ed una parte che sta all’opposizione. Questa vicenda va risolta in tempi brevi, pena la possibilità di costruire qualsiasi progetto di alternativa. Mi rivolgo , dunque , a tutto il fronte progressista: incontriamoci. Superando anche gli scontri del passato. Ci si sieda intorno ad un tavolo in cui tutti abbiano piena cittadinanza, senza posizioni precostituite , senza velleità. Costruiamo l’alternativa a partire dalla cose. Questa città ha rinunciato a riscuotere le proprie entrate e a controllare e pianificare il proprio territorio. Senza queste due precondizioni è impossibile qualsiasi tipo di sviluppo.
Incontriamoci ora, prima che sia troppo tardi.

Giancarlo Ciatto
Membro di Articolo Uno

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