Misterbianco, l’onta dello scioglimento per mafia del Consiglio: avvenne già 28 anni fa

La decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere per mafia il Consiglio comunale di Misterbianco arriva dopo la relazione del prefetto di Catania, Claudio Sammartino, in seguito all’accesso ispettivo disposto poco dopo l’inchiesta su mafia e scommesse online ‘Revolution bet 2′ che, il 21 novembre scorso, ha portato agli arresti domiciliari l’allora vicesindaco Carmelo Santapaola per intestazione fittizia di beni. La Procura – dopo le indagini di polizia, finanza e carabinieri – gli ha contestato di essere titolare di fatto, assieme ai fratelli Carmelo e Vincenzo Placenti, indicati ai vertici del gruppo legato a Cosa nostra, dell”Orso Bianco Caffe’, locale gia’ sequestrato il 14 novembre scorso. Il vicesindaco e assessore alle Manutenzioni si era dimesso dal suo incarico. Il prefetto lo stesso giorno lo aveva sospeso dalle funzioni.
Gia’ nel 1991 il Comune di Misterbianco era stato oggetto di analogo provvedimento del Consiglio dei ministri, sempre per infiltrazioni della criminalita’ organizzata mafiosa, qualche mese dopo l’omicidio del segretario della Democrazia cristiana Paolo Arena, assassinato in un agguato dinanzi alla sede del Municipio
IL SINDACO DI GUARDO: “MORTIFICATO UNO DEI COMUNI PIU’ VIRTUOSI”
“Oggi il Consiglio dei ministri, con un’accusa infamante e inverosimile, ha sciolto il Consiglio comunale di Misterbianco per infiltrazioni mafiose. Sono indignato! Con quest’atto incomprensibile le autorità statali umiliano e mortificano uno dei più virtuosi Comuni siciliani, esempio di legalità e buongoverno”. E’ il commento del sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo, sciolto per mafia.
“Non conosco ancora i contenuti della relazione con la quale il prefetto di Catania ha avanzato la proposta di sciogliere il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
Credo, però – aggiunge il sindaco -, che il prefetto, nel suo agire, sia incorso in un clamoroso abbaglio. Dico questo perché, sotto la mia sindacatura, nessuna azione amministrativa è stata condizionata da forze esterne e nessuna cosca mafiosa ha messo piede o ha trovato accoglienza o connivenza nel mio comune. Il decreto di scioglimento del Consiglio mi appare perciò come un’insopportabile provocazione, uno scandalo che grida giustizia, al quale reagiremo con assoluta determinazione per tutelare il buon nome e la dignità di una comunità ferita e oltraggiata ingiustamente” “Oggi è un triste giorno per Misterbianco. Paradossalmente – dice ancora Di Guardo -, lo scioglimento del Consiglio di Misterbianco per infiltrazioni mafiose obbedisce alla logica del potere mafioso. Si è voluta spegnere una voce istituzionale che inflessibilmente si è levata contro la mafia e il malaffare. Ne godranno certamente alcuni squallidi personaggi politici e qualche potentato economico avvezzo alla corruzione. Ma non si illudano. Noi, in ogni caso, non demorderemo e continueremo, come sempre, la nostra battaglia per una Misterbianco civile, progressista e libera da ogni condizionamento. Lascio il mio Comune con i conti perfettamente in regola, con numerosi progetti e iniziative che mi auguro saranno portati avanti per il bene della mia città e con un corpo impiegatizio preparato ed efficiente che saluto e ringrazio. Per quanto mi riguarda non ho rimpianti perché ho servito la mia città fino in fondo con impegno, passione e onore”.
L’OPPOSITORE CORSARO: “MINISTERO RISTABILISCE LEGALITA’”
“Stiamo sentendo di tutto. Teorie del complotto, accuse senza testa né piedi, l’assurdo di un sindaco che si permette di dire che l’azione del Governo nazionale “obbedisce alla logica del potere mafioso”. Ma la realtà è questa: lo Stato ha sciolto per mafia il Consiglio di Misterbianco. Lo Stato ha posto fine alle umiliazioni che l’amministrazione Di Guardo, travolta dalle inchieste della magistratura, ha inflitto alla nostra città”. Così Marco Corsaro, capogruppo dell’opposizione consiliare a Misterbianco (Catania), dopo che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale misterbianchese “a seguito di accertati condizionamenti – si legge nel comunicato – da parte delle locali organizzazioni criminali”. “Siamo amareggiati, è vero, disorientati. Non avremmo voluto finisse così. Più volte lo avevamo detto – ricorda Corsaro, componente del gruppo “Guardiamo Avanti” assieme ai consiglieri Lorenzo Ceglie e Rossella Zanghì – anche scendendo in piazza: Di Guardo, i suoi assessori, dovevano dimettersi, andarsene a casa per evitare a Misterbianco la figuraccia nazionale dello scioglimento. Non l’hanno fatto perché per loro la politica è solo egoismo e amore della poltrona. Oggi però lo Stato ha ristabilito la legalità al Comune di Misterbianco. Nulla, infatti, è successo per caso. Nel 2018 abbiamo assistito all’arresto del vicesindaco di Di Guardo, oltre che a gravissime accuse dei magistrati della Procura di Catania. Prima ancora avevamo visto le liste collegate al vicesindaco Carmelo Santapaola e ad altri consiglieri – i cui congiunti sono stati arrestati – prendere oltre tremila voti. Voti decisivi per dare a Di Guardo, assessori e amici, la responsabilità del nostro Comune. Un compito da loro disonorato. Ora possiamo davvero guardare avanti – conclude Corsaro – e lavorare affinché tutto questo non si ripeta”.

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