Paternò, il Pd ragiona sul proprio destino: dentro o fuori dalla maggioranza Naso?

A Paternò, il Pd prova a ragionare sul proprio destino e sulle ragioni stesse della propria esistenza nel territorio. E lo fa rispondendo a una domanda semplice: fino a quando il partito è disposto ad annacquare la propria identità facendo da stampella all’amministrazione Naso?
In questi giorni i dem paternesi hanno avviato una discussione al proprio interno che, pur tenendo conto della frammentarietà e della indecifrabilità di alcune posizioni, possa giungere a una sorta di ripartenza su basi politiche chiare. Solo un cieco può far finta di non vedere la bizzarra composizione fascio-legista-comunista della giunta Naso camuffata da esperienza civica (come il nero nell’abbigliamento, l’esperienza civica sta bene su tutto).
Nella maggioranza che governa, il Pd annovera il presidente del Consiglio comunale – Filippo Sambataro – e l’assessore Luigi Gulisano. All’opposizione, invece, i sammartiniani dati in partenza per il partito di Renzi “Italia Viva”.
A capovolgere il binocolo sull’anomala formula amministrativa, stride non poco la presenza del partito di Giorgia Meloni accanto al Partito democratico contro il quale, in ambito nazionale, dice peste e corna.
Il primo passo verso la ridefinizione del proprio ruolo in città, il Partito democratico paternese l’ha fatto qualche giorno fa nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato in tanti: Filippo Sambataro, Maria Grazia Pannitteri (candidata alle ultime elezioni nazionali), l’esponente storico del Pci locale Alfredo Corsaro, Aldo Governa e Giancarlo Ciatto, quest’ultimo in rappresentanza di ‘Articolo 1’. Assenti Barbara Conigliello (che nei mesi scorsi si era dimessa per protesta dalla presidenza della Commissione Cultura) e l’assessore Gulisano.
“Non sapevo di questa riunione, – spiega quest’ultimo al Corriere Etneo – nessuno mi ha invitato. Nemmeno il mio referente politico, Anthony Barbagallo, mi aveva informato dell’incontro”.
Il dibattito in corso dentro il Pd di Paternò potrebbe portare, come estrema conseguenza politica, all’uscita del Pd dalla maggioranza guidata da Naso, in ragione soprattutto dell’azione politica ritenuta non incisiva per la città.
“Uscire dalla giunta? – si chiede Gulisano – “Il mio referente politico, l’on. Barbagallo, non mi ha detto una cosa del genere. Per me l’ipotesi non è reale. Se me lo chiedesse Barbagallo, ne discuteremmo”.
Stessa risposta all’identico quesito la dà il presidente del Consiglio comunale, Filippo Sambataro: “Uscire dalla maggioranza? No, per il momento non è contemplato niente del genere. Prima bisogna ricostruire il partito democratico e poi, su questa base, si valuterà cosa fare con l’amministrazione. Nella riunione che abbiamo fatto giorni fa si è parlato di ricostruire il partito. Fin quando non è tutto coerente sono discussioni inutili. Abbiamo il tesseramento e le elezioni di circolo. Una volta che ci sarà univocità del partito, che adesso non c’è, si prenderanno le decisioni indicate dal partito”.
Venerdì, intanto, i dem tornano a riunirsi. Ai suoi – a quanto pare – l’on. Barbagallo ha imposto il basso profilo, con l’obiettivo probabile di anestetizzare la ripartenza del Pd, invocata da alcuni.

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1 Comments

  1. Alle prossime elezioni amministrative abbiano la decenza e l’onestà di presentarsi con i simboli dei partiti di appartenenza, perché essersi presentati in liste civiche è stato un modo vergognoso per prendere per i fondelli i cittadini paternesi per l’ennesima volta. Le liste civiche le facciano solo coloro che non sono iscritti ad alcun partito, non come ha fatto il PD a Paternò i cui membri si sono presentati divisi in “liste civiche” in appoggio alle candidature di Naso, Distefano e Mangano, a seconda delle correnti. Una porcata tremenda e che ci dice quanto scadente sia ormai il livello in cui la politica è precipitata.

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