Adrano, le ragioni dell’ing. Coco sui lavori all’ex Pescheria: “Nessuna violazione, il gazebo non era vincolato”

Sulla vicenda che riguarda il gazebo dell’ex Pescheria di Adrano riceviamo una lettera dall’ing. Salvatore Coco, tecnico del Comune di Adrano, che si occupò dei lavori di messa in sicurezza della struttura. La regolarità dell’iter – come il Corriere Etneo ha scritto il 5 ottobre scorso LEGGI QUI – è adesso all’esame della magistratura.
Questa la nota integrale dell’ing. Salvatore Coco.

Egregio Direttore,
intervengo per chiarire alcuni aspetti che riguardano i lavori di manutenzione effettuati sul gazebo dell’ex Pescheria di Adrano sui quali, secondo l’articolo pubblicato sul Suo giornale, il Corriere Etneo, il 5 ottobre 2019, si ipotizza che la Magistratura abbia messo la “lente” che potrebbe “provocare un guaio giudiziario all’ex amministrazione comunale guidata da Giuseppe Ferrante e a un tecnico dell’ente”.
Come Lei sa, io sono il tecnico che ha diretto i lavori. Quindi, suppongo, che il riferimento sia rivolto al sottoscritto che, seppur “interessato” dall’eventuale “guaio giudiziario”, non ha ricevuto alcuna notizia riguardo ad indagini della Magistratura legate ai lavori.
Poiché nell’articolo si parla di stato “embrionale” delle indagini, ne deduco che queste possano riguardare anche altri soggetti esterni all’Amministrazione Comunale, fra i quali ritengo non si possano escludere i Dirigenti della Soprintendenza che si sono occupati della vicenda.
Ma di questo, laddove la Magistratura abbia messo la “lente”, sarà la stessa ad stabilire come stanno le cose.
Fatta la superiore e necessaria premessa, ritengo doveroso, comunque, fornire alcuni elementi oggettivi e documentati che, sono sicuro, Lei utilizzerà per integrare l’articolo pubblicato.
Giorno 11 maggio 2017 (cioè un anno prima dei lavori), su richiesta del Sindaco Ferrante, l’Assessore Regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana di allora, Avv. Vermiglio, due dirigenti della Soprintendenza di Catania, il Sindaco Ferrante, un tecnico comunale (che non ero io), nonché alcuni Assessori Comunali di allora, hanno effettuato il sopralluogo, come risulta dalla foto pubblicata nel Suo giornale assieme all’articolo, per verificare se quel gazebo presentasse l’interesse culturale.
Da quello che mi è stato riferito, il Sindaco Ferrante sperava in quel modo di potere richiedere ed ottenere dei finanziamenti Regionali per la sistemazione del gazebo.
Si avviava così il procedimento previsto dall’art. 12 del D.Lgs. n. 42/2004 che si sarebbe dovuto concludere entro e non oltre centoventi giorni (art. 12, comma 10, del D.Lgs. n. 42/2004), quindi entro giorno 8 settembre 2017, superato il quale il bene è libero dall’applicazione della richiamata normativa.
A dicembre del 2017, il Sindaco Ferrante mi ha detto e, come mi pare abbia comunicato anche all’emittente locale TVA, che non aveva ottenuto il riconoscimento dell’interesse culturale da parte della Soprintendenza e della Regione e mi ha quindi chiesto di occuparmi di quei lavori.
In effetti ho verificato nel sito del Ministero dei Beni Culturali che per quel gazebo, alla data dei lavori, non esisteva alcun vincolo che, invece, veniva apposto dalla Regione solo il 2 Agosto 2018, cioè dopo circa cinque mesi dai lavori, su relazione (redatta in modo irrituale rispetto a quanto dispone la legge e piena di strafalcioni) della Soprintendenza del 24/5/2018, anche questa successiva ai lavori.
In estrema sintesi, la sussistenza dell’interesse culturale su un bene non è conseguenza di un automatismo (“ope legis”, come affermato dalla Soprintendenza con la nota del 21/3/2018), ma il frutto di una procedura meticolosa stabilita in modo rigoroso dalla legge che può concludersi anche negativamente.
A riprova di ciò, basti pensare che per il Monumento di Santa Lucia di Adrano, costruito tanti secoli fa (quindi ben oltre i settant’anni “invocati” dall’Associazione”), ben più importante del gazebo della Pescheria, gli stessi Dirigenti della Soprintendenza, in data 5/5/2017, hanno avviato la procedura per l’apposizione del vincolo, conclusosi con il Decreto dell’Assessorato Regionale D.D.G. n. 4756 del 17/10/2017.
Cioè, Sig. Direttore, quel Monastero di Santa Lucia, risalente a vari secoli fa (altro che settant’anni), simbolo di Adrano per bellezza e sontuosità, risulta di interesse culturale, architettonico e storico solo da due anni !!!!
E nel frattempo, chiunque è stato libero di effettuare lavori devastanti e di collocare qualunque cosa, tuttora visionabili, a nocumento irreversibile dell’importante Monumento, senza che si sia potuto contestare nulla agli autori degli scempi, eseguiti senza dovere chiedere alcuna autorizzazione, in quanto non necessaria al momento dei lavori, come hanno attestato gli stessi Dirigenti della Soprintendenza.
Quindi, alla data del 22 marzo 2018, i Dirigenti della Soprintendenza non potevano ordinare alcuna sospensione, non essendo il gazebo della Pescheria vincolato, come invece avevano sostenuto.
E’ bene precisare che, dopo la presa di posizione del Comune, gli stessi Dirigenti della Soprintendenza non hanno più insistito nella sospensione dei lavori, ma hanno solamente chiesto che venissero informati in ordine alle “attività edilizia e non al fine se necessario di potersi avvalere dei poteri cautelativi di cui all’art. 14 del citato D. L.vo n° 42/2004”.
Informazioni che il Comune ha dettagliatamente fornito.
Come si può dedurre, non mi pare che ci sia stata alcuna violazione di legge da parte del sottoscritto che ha diretto i lavori solo ed esclusivamente al fine di dare dignità e sicurezza ad una struttura ormai fatiscente, come hanno apprezzato i cittadini di Adrano.
Credo che quanto sopra scritto sia utile ad integrazione dell’articolo pubblicato sul Suo giornale.
La ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti. (Ing. Salvatore Coco)

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