Paternò, il silenzio del sindaco e l’obiettivo degli ‘anti Naso’: fargli vedere i sorci verdi

Naso Paternò On

Il sindaco di Paternò Naso resta in silenzio e non sa come uscire dall’angolo in cui è stato cacciato dopo l’abbandono di un assessore e 4 consiglieri. Gli ‘anti Naso’, invece, le parole le hanno tutte e il loro percorso prossimo venturo è riassumibile in un obiettivo: sindaco, ti faremo vedere i sorci verdi. Ieri, in una saletta di Palazzo Alessi, 3 dei 4 consiglieri dell’ex maggioranza – Marzola, Sciacca e Paternò – e l’ormai ex assessore Vito Rau hanno spiegato in una conferenza stampa le ragioni dell’addio e il cammino che, d’ora in poi, intendono perseguire. Mancava solo il consigliere Faranda.

“La nostra non sarà un’opposizione distruttiva” ha chiarito subito Agata Marzola, presidente della Commissione Bilancio”. “Non faremo danni e non bloccheremo alcun iter burocratico – precisa il consigliere Sciacca – vogliamo, anzi, sin da subito portare istanze che diano un aiuto concreto alla città”.

Fuori dalla conferenza stampa, al Corriere Etneo la Marzola esclude il ricorso alla sfiducia in consiglio nei confronti del sindaco: “Vogliamo , piuttosto, puntare ad una seria programmazione amministrativa. La sfiducia non è all’ordine del giorno. Vogliamo, questo sì, fare squadra con tutta l’opposizione”.

Vien da pensare che con i nuovi equilibri venutisi a creare in consiglio comunale, il blocco dell’opposizione – se ce la fa a restare compatto e a non impantanarsi in dispute sterili – ha la capacità di ‘commissariare’ tutte le azioni del sindaco Naso e della sua amministrazione.
Nella saletta di Palazzo Alessi, a seguire la conferenza di Rau e dei consiglieri, ieri c’erano 4 esponenti dell’opposizione: Condorelli, Virgillito, Distefano e Orfanò.

L’ex assessore allo Sport, anima del movimento ‘Paternò On’ e dirigente di Fratelli d’Italia, ha sparato a zero contro il sindaco Naso e la sua logica “o con me o contro di me” che lo ha tenuto fuori da importanti questioni come la piscina, salvo poi essere chiamato in causa dallo stesso sindaco quando l’affare si era ingarbugliato. “Sono stato tenuto fuori – osserva Rau – e non avrei consentito il prelievo dal fondo di riserva e non avrei dato il via libera all’affidamento diretto per la gestione delle strisce blu”.

Dalle parole di Rau, da quelle di Agata Marzola e Alfredo Sciacca emerge la figura di un sindaco accentratore che detesta il movimentismo dei suoi.

“Ricevevo convocazioni per la giunta con 15 minuti di anticipo, senza avere il tempo di consultare gli atti” rivela Vito Rau.
“Eravamo isolati e ciò che abbiamo fatto non è da folli né da coraggiosi” commenta con amarezza Tuccio Paternò.
“Non siamo abituati a essere imbavagliati, le nostre richieste – rincara la dose Sciacca – non hanno mai trovato accoglienza nel sindaco e nell’amministrazione in generale”. Il presidente della commissione Sport cita l’esempio le battaglie perse del punto turistico dentro la piscina, dei campi da tennis e della pista di automodellismo. Poi, rivolto a Rau, rivolge il migliore dei complimenti che strappa l’applauso prolungato di quanti assistono all’incontro: “Hai avuto il coraggio di rinunciare a una poltrona in un tempo in cui tutti sono alla ricerca di qualcosa”.

Ai giornalisti che, alla fine dell’incontro, lo incalzano sull’anomalia della presenza in giunta di Fratelli d’Italia che, a questo punto, non ha più rappresentanti in Consiglio, Vito Rau risponde richiamando le rassicurazioni del sindaco Naso sulla natura civica di tutta la maggioranza: “Tre consiglieri di Paternò On – precisa – hanno lasciato la maggioranza e io non potevo far altro che seguirli”.

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