Coronavirus, in Sicilia nessun focolaio autoctono: oggi attivo l’800458787 Numero di Emergenza

Predisporre aree temporanee di triage esterne alle strutture ospedaliere, da destinare all’accoglienza e alle visite di chi dovesse presentarsi con sintomi simili a quelli del Coronavirus, e un numero verde a cui i cittadini potranno rivolgersi a partire da oggi.

Queste alcune delle misure predisposte dalla Regione Siciliana per contrastare il diffondersi del Coronavirus illustrate ieri pomeriggio dal presidente della Regione Nello Musumeci e dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, incontrando i giornalisti a Palazzo d’Orleans. Il numero verde per l’emergenza e’ l’800458787: è attivo a partire da oggi.

“Nel caso della nostra regione – ha detto ieri Razza – non c’è al momento alcun focolaio autoctono”. A dirlo l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza incontrando la stampa a Palazzo d’Orleans. “In Sicilia esistono tre singoli casi sospetti i quali rientrano in una valutazione epidemiologica di riferimento del focolaio di partenza”.

“Non possiamo assaltare i supermercati come se fossimo alla vigilia di una guerra o di un ciclone, ma serve prudenza” si è lamentato il Presidente della Regione Musumeci che, fosse dipeso da lui, avrebbe schierato in Sicilia i carabinieri in ogni posto di transito di passeggeri in arrivo.

“Il controllo dei passeggeri in arrivo in Sicilia – ha aggiunto Musumeci – è di esclusiva competenza dello Stato, non della Regione. Ci è stato confermato dal capo della Protezione civile nel corso del Consiglio dei ministri, che sono stati effettuati i controlli previsti sui passeggeri in arrivo negli aeroporti siciliani. Continuo a ribadire che la notizia non è del tutto vera: i controlli non sono stati fatti a tappeto ma saltuariamente. Non è stata un’attività costante, massiccia e quindi efficace”. A parte gli aeroporti, poi c’è il problema di chi arriva con i treni e lì non è stato effettuato alcun controllo cosi’ come con i bus di linea – ha proseguito – credo di avere il diritto e il dovere di chieder che la Sicilia non diventi la terra di approdo per chi sa che qui non trova alcun controllo e quindi alcuna barriera. Noi siamo anche una regione di frontiera sul Mediterraneo, pretendiamo che i controlli siano fatti a tappeto e in maniera severa: questo abbiamo chiesto verbalmente stamane nella seduta del Consiglio dei ministri”.

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