Sanità, ‘patto criminale’ all’Asp 6 di Palermo: 12 arrestati, c’è il manager anti-tangenti. Le mani su 600 mln di appalti

Un “patto criminale”, collaudato e lucrosissimo, “cementato grazie alle continue e sistematiche interlocuzioni che erano necessarie per gestire tutte le fasi attuative dei contratti”.

Così lo definiscono gli inquirenti l’accordo scellerato tra manager della sanità, faccendieri e imprenditori scoperto dalla Guardia di finanza, coordinata dalla procura di Palermo, nell’ambito dell’operazione ‘Sorella sanità’ che ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari, tra cui il manager dell’Asp di Trapani e il capo della struttura regionale anti-Covid.

Un “sistema corruttivo” che ruotava attorno “alle gare indette dalla Centrale unica di committenza della Regione siciliana e dall’Asp 6 di Palermo, disvelando le trame sottese all’accaparramento di appalti milionari del settore sanitario siciliano”. Un “centro di potere” composto da “faccendieri, imprenditori e pubblici ufficiali infedeli che avrebbero asservito la funzione pubblica agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore della sanità pubblica”. Insomma, “gravi forme di reato contro la pubblica amministrazione” che “sottraggono alla collettivita’ risorse pubbliche, incidendo pesantemente anche sulla qualita’ dei servizi forniti ai cittadini, soprattutto in un settore delicato come quello della sanita’”.

Tra i destinatari delle misure cautelari c’è Antonino Candela, 55 anni, attuale coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, già commissario straordinario e direttore generale dell’Asp di Palermo.
In carcere sono finiti Fabio Damiani, 55enne di Palermo, attuale direttore generale dell’Asp di Trapani, e Salvatore Manganaro, 44 anni, di Agrigento, ‘faccendiere’ di riferimento per Damiani.

Ai domiciliari, oltre a Candela, sono finiti pure Giuseppe Taibbi 47 anni, di Palermo, ‘faccendiere’ di riferimento per Candela; Francesco Zanzi, 56 anni, di Roma, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie Spa; Roberto Satta, 50 anni, di Cagliari, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie spa; Angelo Montisanti, 51 anni, di Palermo, responsabile operativo per la Sicilia di Siram spa e amministratore delegato di Sei Energia scarl; Crescenzo De Stasio, 49 anni, di Napoli, direttore unita’ business centro sud di Siram spa, Ivan Turola 40 anni, di Milano, “referente occulto” di Fer.co. srl;
Salvatore Navarra, 47 anni, di Caltanissetta, presidente del consiglio di amministrazione di Pfe spa.
Nei confronti di Giovanni Tranquillo, 61 anni, di Catania, referente occulto di Euro&promos Spa e di Pfe spa, di Giuseppe Di Martino, 63 anni, di Polizzi Generosa, ingegnere e membro di commissione di gara, e’ stata invece applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attivita’ professionali, imprenditoriale e pubblici uffici.

Con il medesimo provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di 7 societa’, con sede in Sicilia e Lombardia, nonche’ di disponibilita’ finanziarie per 160 mila euro.

Analizzate 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro, aventi ad oggetto la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali, bandita dall’Asp 6 del valore di 17.635.000 euro; servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali – bandita dalla Centrale unica di committenza del valore di 202.400.000 euro; fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici – bandita dal Asp 6 del valore di 126.490.000 euro; servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale – bandita dalla Cuc del valore di 227.686.423 euro. Le “spregiudicate condotte illecite”, sottolineano le Fiamme gialle, garantivano “l’arricchimento personale dei pubblici ufficiali infedeli e dei loro intermediar”i, mediante l’applicazione di un tariffario che si aggirava intorno al 5% del valore della commessa aggiudicata.

I pagamenti delle tangenti in alcuni casi avvenivano con la classica consegna di denaro contante nel corso di incontri riservati, ma molto piu’ spesso venivano invece mimetizzati attraverso complesse operazioni contabili instaurate tra le societa’ aggiudicatarie dell’appalto e una galassia di altre imprese, intestate a prestanomi, ma di fatto riconducibili ai faccendieri di riferimento per i pubblici ufficiali corrotti.
Per rendere ancora piu’ complessa l’individuazione del sistema criminale approntato, gli indagati si erano spinti fino alla creazione di trust fraudolenti, con l’obiettivo di schermare la reale riconducibilita’ delle societa’ utilizzate per le finalita’ illecite.

Il patto criminale veniva poi ulteriormente cementato grazie alle continue e sistematiche interlocuzioni che erano necessarie per gestire tutte le fasi attuative dei contratti la cui durata era ovviamente pluriennale.

Il gip di Palermo, nell’ambito dell’operazione “Sorella Sanità” della Guardia di finanza che ha svelato un vasto di corruzione nella sanita’ in Sicilia, con l’arresto di manager e dirigenti del settore della Regione, ha eseguito anche il sequestro preventivo di 7 societa’, con sede in Sicilia e Lombardia, nonche’ di disponibilita’ finanziarie per 160 mila euro, quale ammontare allo stato accertato delle tangenti gia’ versate: le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungono, pero’, una cifra pari ad almeno 1.800.000 euro.

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