Coronavirus, in Sicilia l’indice Rt di contagiosità è 0,55: tra i valori più bassi con Calabria e Sardegna

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Nessuna regione italiana ha un valore di Rt, l’indice di contagiosità, maggiore di 1. E’ quanto si segnala nel report di monitoraggio della situazione di Covid-19 nella Penisola.

“La stima dell’indice di trasmissibilità (Rt) per data inizio sintomi nel periodo dal 12 al 25 maggio, calcolato al 3 giugno 2020, mostra valori medi al di sotto di 1 in tutte le Regioni e Province autonome”, spiegano Istituto superiore di sanità e ministero della Salute.

LA CLASSIFICA DELLE REGIONI
Nella fascia medio-bassa regioni come Umbria (0,65) e Veneto (0,61), Molise (0,59), Campania, Emilia Romagna e Piemonte con un valore di Rt pari a 0,58, Sicilia a 0,55. Seguono la Liguria con un Rt pari a 0,48, la Calabria con 0,37 e la Sardegna ferma a 0,14, tra i valori più bassi registrati nella Penisola.

“Per quanto riguarda la stima dell’Rt, si sottolinea che quando il numero di casi è molto piccolo possono verificarsi temporanee oscillazioni” con valori superiori a 1, “a causa di piccoli focolai locali, senza che questo rappresenti necessariamente un elemento preoccupante”, puntualizzano gli esperti.

Complessivamente, si evidenzia nel report, “il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia è favorevole con una generale diminuzione nel numero di casi ed un’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali”.

Gli esperti segnalano però che “persiste, in alcune realtà regionali, un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevato seppur in diminuzione. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante”.

In quasi tutta la Penisola, inoltre, “sono documentati focolai di trasmissione attivi. Tale riscontro, che in gran parte è dovuto all’intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, evidenzia tuttavia come l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa”.

Dal punto di vista del monitoraggio, gli esperti rilevano “un forte miglioramento della qualità e dettaglio dei dati inviati dalle Regioni al ministero della Salute e all’Iss e discussi nella cabina di regia”.

Sulla base dell’andamento dei dati di Covid-19 in Italia, la conclusione degli autori del rapporto di monitoraggio è che “le misure di lockdown in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 regioni e province autonome”.

La situazione fotografata dal report, “relativa prevalentemente alla prima fase di transizione, è complessivamente positiva”.

Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. “Questo – concludono l’Iss e il ministero della Salute – richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”.

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