Paternò, chiesta al ‘Riesame’ la revoca degli arresti domiciliari per il cardiochirurgo Filippo Sambataro: la decisione nelle prossime ore

Paternò, chiesta al ‘Riesame’ la revoca degli arresti domiciliari per il cardiochirurgo Filippo Sambataro

Il Tribunale del Riesame di Catania, quinta sezione penale presieduta da Gabriella Larato ha esaminato la posizione del cardiologo paternese Filippo Emanuele Natalino Sambataro, presidente del Consiglio comunale di Paternò, sospeso dal prefetto di Catania, e del reumatologo Nino Rizzo.

Entrambi i medici, assieme ad altri 4 loro colleghi, sono rimasti coinvolti nell’inchiesta “Esculapio” scattata qualche settimana addietro, su presunti falsi invalidi e basata su indagini dei carabinieri.

Filippo Sambataro è attualmente agli arresti domiciliari.

Il legale del presidente del consiglio, avvocato Turi Liotta, ha chiesto la revoca della misura cautelare, sostenendo l’estraneità del proprio assistito ai fatti che gli vengono contestati.

Nel corso dell’udienza la difesa del cardiochirurgo ha presentato un’ampia memoria difensiva. Il Tribunale del Riesame dovrebbe esprimersi su Sambataro nelle prossime ore.

Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame aveva revocato gli arresti domiciliari e disposto l’interdizione di otto mesi dall’attività professionale per il fisiatra Sebastiano Pennisi e di 4 mesi per lo psichiatra Carmelo Zaffora. I giudici avevano anche riqualificato il reato dei due capi di imputazione contestati loro da frode in falsa perizia medica.

Gli assistiti, secondo l’accusa, erano istruiti dai medici affinché in sede di valutazione davanti alle competenti commissioni mediche accentuassero, in maniera fraudolenta, le loro patologie inducendo in errore prima la Commissione medica dell’Asp di Catania e poi la Commissione sanitaria dell’Inps.

Le indagini, avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’Inps di Catania, hanno fatto emergere, secondo la Procura di Catania, truffe nel conseguimento di pensioni di invalidità o di accesso alla legge 104 grazie a certificazioni mediche alterate, se non del tutto false, idonee a fare risultare patologie inesistenti o comunque difformi rispetto alla reale gravità.

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