Fase 3, al via gli Stati generali per disegnare l’Italia dopo il Coronavirus. Conte: “Non è una passerella”

Fase 3, al via gli Stati generali per disegnare l’Italia dopo il Coronavirus. Conte: “Non è una passerella”

Gli Stati Generali? “Ma quale passerella! Questi non sono gli Stati generali del presidente Conte, io sarò lì insieme ai miei ministri, non per smania di protagonismo, non per parlare ma per ascoltare. Dobbiamo ricostruire questo Paese”.

Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un colloquio con ‘La Stampa’.

“Noi non possiamo accontentarci di tornare come stavamo prima. Questa crisi deve essere l’occasione per dare finalmente il colpo di reni, con le grandi riforme che ci mancano da troppi anni. Stavolta abbiamo le risorse finanziarie per farlo, abbiamo una cornice europea che ce lo consente. E’ un’occasione che non dobbiamo sprecare. Sarebbe un delitto”.

Quanto alle opposizioni, “quando avremo finito gli Stati generali, e avremo fatto una sintesi delle idee per il rilancio – insiste il premier – tornerà ad offrire un patto per le riforme a Salvini e Meloni, nella speranza che vogliano lavorare insieme a noi, in uno spirito di coesione nazionale”

Il documento finale ci sarà. Almeno nelle intenzioni di Palazzo Chigi.

E da lì il governo giallorosso partirà per disegnare l’Italia dopo il Coronavirus. Gli Stati generali a questo dovrebbero servire: a elaborare punto per punto quel piano di rilancio in grado di traghettare l’Italia colpita al cuore dall’epidemia e dalla crisi verso un nuovo Rinascimento. Nei fatti, però, sono prima di tutto l’esame ‘di fine anno’ per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte davanti a una doppia commissione: italiana, costituita dalla stessa maggioranza di Governo, ed europea. Da oggi -sabato 13- a domenica 21 o lunedì 22 giugno ministri, menti illuminate italiane ed estere, istituzioni europee e parti sociali sono chiamate a confrontarsi nella cornice di Villa Doria Pamphili, sede di rappresentanza ufficiale di Palazzo Chigi.

Il documento che uscirà dagli Stati generali coinciderà con il Piano nazionale di riforme che il ministro Roberto Gualtieri invierà a Bruxelles a settembre su cui l’Europa sarà chiamata a pronunciarsi per decidere se elargire o meno all’Italia i miliardi di euro previsti dal Recovery fund. Una prova fondamentale che inevitabilmente darà una pagella al mandato di Conte. Prova a cui sono state chiamate a partecipare tutte le forze politiche nazionali, ma che l’opposizione preferisce disertare, giudicando l’appuntamento una ‘passerella’ per il premier in cerca di un partito tutto suo.

Conte rispedisce le accuse al mittente e, amareggiato per il centrodestra che sceglie l’Aventino, annuncia che non ci sarà lo streaming tanto caro al M5S. Previsti soltanto alcuni punti stampa e una conferenza finale. “Villa Pamphili non è un luogo istituzionale – fa presente il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani -. Si tratterà di una passerella di personaggi di vario tipo, tutti rispettabili, ma nulla di concreto. Noi non dobbiamo essere uditi da Conte come fossimo degli opinionisti. Noi vogliamo confrontarci su questioni concrete”.

Il partito di Silvio Berlusconi questa volta si è adeguato alla linea dura dettata dalla leader di Fdi Giorgia Meloni, ma non è un mistero che gli azzurri sono pronti a dialogare con l’esecutivo, soprattutto sul tema della revisione della prescrizione e sull’uso dei fondi europei. E’ in forse un incontro ufficiale dopo gli Stati generali.

Ma il presidente Conte ha puntati addosso anche gli occhi della sua stessa maggioranza. Il Pd ha chiesto concretezza e Matteo Renzi ritiene sia “giusto, come chiedono le opposizioni, che una volta fatti gli Stati generali si vada in Parlamento”.

A difendere la bontà dell’iniziativa è Bruno Tabacci, il più comunista dei centristi, che giudica gli Stati Generali “una consultazione necessaria” perché “gli altri Paesi – ha spiegato – hanno già scritto il loro Piano Nazionale delle Riforme”. Tabacci insinua poi che l’opposizione “forse non sia in grado di dare un contributo”. “Si sono nascosti dietro il fatto che non sono stati invitati a Palazzo Chigi, ma sono stati invitati nella villa di Palazzo Chigi”, puntualizza.

Nella prima giornata del summit, dopo l’apertura dei lavori alle 10,20 con Conte, si collegherà in videoconferenza il gotha internazionale: il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli; la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen; il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni; la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde; il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.

Nel primo pomeriggio gli incontri proseguiranno con gli interventi del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, del Segretario Generale dell’OCSE, Ángel Gurría, e della Direttrice Operativa del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva.

A conclusione dei lavori, il presidente del Consiglio e gli ospiti presenti parteciperanno al panel ‘Policy in the Post-Covid world: challenges and opportunities’, che vedrà il contributo di rappresentanti del mondo accademico internazionale. Lunedì mattina ci sarà anche Vittorio Colao, padre della task force che ha elaborato uno dei documenti ispiratori del summit. Mentre ha declinato l’invito l’ex presidente della Bce, Mario Draghi.

Insomma, per usare l’ironia di Mario Draghi, la Bilderberg dei Cinquestelle è servita.

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