Covid, a Palermo gli ispettori del Ministero. All’Ars ieri audizione di Razza e La Rocca sui posti letto di terapia intensiva

Covid, a Palermo gli ispettori del Ministero. All’Ars ieri audizione di Razza e La Rocca sui posti letto di terapia intensiva

Tappa a Palermo e provincia ieri per gli ispettori del ministero della Salute, inviati da Roma per verificare i numeri relativi ai posti letto di Terapia intensiva registrati sulla piattaforma Gecos.

Accompagnati dai carabinieri del Nas si sono recati negli ospedali Civico e Cervello del capoluogo siciliano, ma nella missione palermitana c’è stato spazio anche per due nosocomi della provincia: quello di Termini Imerese e di Partinico.

Ispezioni che seguono le ‘visite’ di lunedì al San Marco e al Garibaldi Nesima di Catania e che destano le perplessità del sindacato dei medici ospedalieri Cimo.

“Constatiamo che gli ispettori sono andati negli ospedali dove anche per le tabelle Cimo i conti tornavano perfettamente – dice il vice segretario regionale del sindacato, Angelo Collodoro -. Non si sono recati, invece, in quei nosocomi in cui le nostre tabelle davano negatività di posti. Erano a Termini Imerese e non si sono recati a Petralia”.

L’intervento degli ispettori arriva dopo le polemiche nate dalla diffusione di alcuni audio del dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute, Mario La Rocca, ai manager di Asp e aziende ospedaliere. “Bene avanti così.

Evidentemente siamo soddisfatti di avere dato delle buone indicazioni su dove recarsi”, dice con ironia Collodoro, aggiungendo:

“Se poi anche negli ospedali ‘buoni’ per i posti letto dichiarati, ci siano o meno le dotazioni di personale sanitario sufficienti a lavorare bene sembra non essere un elemento importante per l’ispezione”.

Nel pomeriggio gli 007 del ministero della Salute si sono recati al Covid hospital di Partinico.

“Nel nosocomio oggi hanno tolto i 7 letti dell’area grigia per creare quelli mancanti, appunto 7, rispetto ai 35 dichiarati – conclude il sindacalista -. Risultato? La scomparsa di un’area grigia e la presenza di pazienti Covid in un pronto soccorso aperto a tutti”.

Ieri, intanto, all’Ars si e’ tenuta l’audizione dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e del dirigente Generale del dipartimento Pianificazione strategica Mario La Rocca in merito alla comunicazione sulla piattaforma Gecos dei posti letto ordinari e di terapia intensiva Covid in Sicilia.

“Ci aspettavamo di avere un chiarimento dall’assessore Razza e dal dirigente La Rocca, invece abbiamo sentito un rumore fastidioso: quello delle loro unghie che stridevano mentre tentavano di arrampicarsi sugli specchi” dichiarano Antonello Cracolici e Giuseppe Arancio, parlamentari del Pd all’Ars e componenti della commissione Sanita’ di palazzo dei Normanni.

“Non ci resta che aspettare che gli ispettori inviati dal ministero facciano luce su quello che e’ realmente accaduto – aggiungono Cracolici e Arancio – dato che la mattina del 4 novembre e’ stata definita la programmazione dei posti letto da predisporre in due step, il 15 ed il 30 novembre.

Ma nella stessa giornata del 4 novembre La Rocca ha improvvisamente chiesto ai vertici delle Aziende sanitarie di caricare i posti letto previsti per il 15 novembre. Le cose sono due: o quei posti letto erano gia’ attivi e dunque non si capisce perche’ non fossero gia’ stati caricati, oppure e’ stato chiesto di caricare posti letto non ancora attivi.

E non basta dire che ‘oggi quei posti letto ci sono’, bisogna capire se c’erano gia’ il 4 novembre quando La Rocca ha chiesto di caricarli.

“Oltretutto – proseguono Cracolici e Arancio – durante l’audizione in commissione l’assessore Razza ha dovuto ammettere che la piattaforma Gecos viene utilizzata dal 118 e dai pronto soccorso per individuare i posti letto ai quali indirizzare i pazienti:
quei posti letto devono dunque essere ‘attivi’, e non ‘attivabili’ sulla carta, altrimenti si creano gravi rischi per i pazienti. Insomma, altro che programmazione, qui c’è un governo che arranca e vive alla giornata”.

Nel corso della seduta della commissione Cracolici ha poi fatto rilevare che “i dati sul tracciamento del contagio, con ogni probabilità, nel momento in cui vengono caricati sono già ‘vecchi’ poiché da quando viene effettuato un tampone molecolare a quando arriva il responso possono passare anche quindici giorni, e solo allora l’esito viene comunicato”.

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