“Cu è l’ultimu?” chiedeva il vero ultimo che entrava nel salone du’ vavveri.
Alla stessa maniera il copione veniva mandato in scena nella sala d’aspetto del medico della mutua.
L’unica variante sanitaria era la richiesta di uno strappo alla regola (“Permettete un minuto? Il medico solo la ricetta mi deve dare!”) avanzata dalla signora, il cui marito – a suo dire – giaceva morente a casa.
Il diniego alla richiesta della donna prendeva identica piega verbale in tutta l’Isola: “Signuruzza, ca ‘ccà tutti ‘ppi ‘nminutu semu”.
Nel salone di un Figaro siciliano uno spirito creativo ambientò la storiella fattasi poi barzelletta.
L’amante della moglie di uno dei clienti assiso su una sedia in attesa del proprio turno chiede d’una sfacciata innocenza al già più volte cornificato:
“Quanti ce ne sono prima di lei?”. Avuta la risposta (“Quattru, iu ‘u quintu sugnu!), si dirige verso l’uscita e con uno sguardo beffardo consegna al barbiere il proprio commento finale, ambiguo ed equivoco: “Ci l’haiu ‘u tempu”.
Per la foto si ringrazia Mimmo Rapisarda.