Battiato: “Minchia, tutti i miei dischi hai?”. Quando Alessio conobbe il Maestro assieme a Sgalambro

Battiato: “Minchia, tutti i miei dischi hai?”. Quando Alessio conobbe il Maestro assieme a Sgalambro

di Alessio Cantarella

Il Corriere Etneo ha chiesto all’ing. Alessio Cantarella, collaboratore di Manlio Sgalambro, di parlare di Franco Battiato, da lui conosciuto 20 anni. Questo è il suo ricordo:

Ascoltai Battiato per la prima volta verso la fine 1996, periodo in cui la musicassetta de L’imboscata veniva riprodotta in loop nell’autoradio di mio padre. Avevo 11 anni e rimasi letteralmente folgorato dai testi di quei brani, che trattavano temi inusuali in una combinazione di varie lingue (italiano, greco antico, inglese, tedesco e portoghese), e dallo stile musicale, che non assomigliava a nulla di quanto avessi sentito fino ad allora. Vivendo in un’epoca ancora per lo più analogica, mi limitai ad ascoltare a rotazione i vinili che trovai nella collezione di mio padre: L’era del cinghiale bianco, Patriots e La voce del padrone, imparando a memoria tutti i testi delle canzoni.

Nel 1998 arrivò internet a casa mia e mi si aprì un mondo: grazie alle discussioni sul newsgroup.it.fan.musica.battiato, cominciai ad approfondire la conoscenza sul tema “Battiato e dintorni” (parafrasando il titolo di un LP che lui scrisse per Milva).

Ricordo ancora l’emozione del primo ascolto radiofonico di Shock in my town, brano dalle sonorità “techno-dissonanti” e con un testo apocalittico (firmato a quattro mani col filosofo Manlio Sgalambro).

Nel luglio del 2001 conobbi Battiato a Giarre, durante la serata di consegna della “Giara d’Argento” (un premio per i siciliani distintisi nel mondo). Mi avvicinai e, alquanto intimorito al suo cospetto, gli dissi: «Buonasera Maestro, sono un suo ascoltatore. Sa, ho tutti i suoi dischi…» e lui, senza pensarci due volte, mi rispose con la sua tipica autoironia: «Minchia, tutti i miei dischi hai? Ma quanti soldi hai fatto spendere ai tuoi genitori?». Fu così che conobbi un uomo straordinario, geniale, umile, divertente, generoso e dalla cultura immensa.
A proposito di Pasolini, Moravia disse: «per avere un poeta come lui, dovremo aspettare altri 300 anni». Io, invece, credo che un artista – musicista, cantautore, regista, pittore, poeta – come Battiato sia irripetibile nella storia dell’umanità.

Grazie a Franco, inoltre, instaurai una collaborazione più che decennale con Sgalambro, che portò alla costruzione del sito web www.manliosgalambro.it.

Conserverò per sempre nella memoria un episodio molto divertente con entrambi.

Eravamo alle prove di un concerto in piazza Libertà a Ragusa. Battiato aveva proposto di andare a cena in un ristorante a Ragusa Ibla, dove ricordava di essere stato qualche anno prima durante le riprese del film Perdut(o)Amor. Procedendo verso la meta, incontrammo dei lavori in corso in una stradina stretta, così tutti fummo costretti a tornare indietro in retromarcia e, non sapendo più che strada prendere, cominciammo a chiedere indicazioni a dei passanti (correva l’anno 2007 e non esistevano ancora gli smartphone con l’app di Google Maps!).
Io, che ero in macchina con Sgalambro, commentai ingenuamente: «Forse avremmo dovuto cenare in un ristorante più vicino al concerto…». Il filosofo mi rispose: «Dopo oltre due mesi senza che i marinai riuscissero a scorgere alcuna terra, vi fu un principio di ammutinamento. Anche loro avranno detto a Cristoforo Colombo: “Forse avremmo dovuto cercare un continente più vicino all’Europa…”, ma se lui avesse ceduto, oggi chi ci venderebbe gli iPod?».

In effetti, ogni volta che si ascolta un disco di Battiato, è come se si partisse in un viaggio alla scoperta di nuovi mondi (lontanissimi).

Avatar

Riguardo l'autore Redazione

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.