Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandi

Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandi

Già pronto il conto alla rovescia per i maturandi del 2021.

Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandiCome la Nazionale di Calcio, tutti in ritiro per le ultime rifiniture, pronti per l’esame tanto temuto. La commissione, il presidente, la conta dei docenti amici e di quelli di cui non ti aspetti nulla. Il programma, il voto finale, quello che potevi fare prima ma non hai mai avuto il tempo, perché ormai i giochi sono fatti. Presto, i convocati, gli ammessi all’esame di giugno, come per gli Europei di calcio o le Olimpiadi. Una gara, una prova, l’esperienza della vita, almeno così credono tanti studenti. Non sarà la prima e non sarà l’ultima ma certamente tra quelle che ricorderanno per sempre. La cena, l’ultima con i professori, nella speranza di strappare l’ultima empatia funzionale, è bello cosi.
Paura e malinconia, cinismo e fragilità.

Cinque anni passati a immagazzinare dati, ad approfondire le discipline, molte di queste appassionanti ma quelle due o tre che nessuno ha mai digerito sono sempre presenti come un incubo. Anche quelle nel paniere degli esami a spostare l’ago della bilancia verso l’ignoto. Ormai ci siamo, la scuola è finita, gli ultimi giorni si passano a ricordare, cercare gli sguardi di tutti, a gironzolare con mille scuse nei corridoi, come quando rimanevano poche ore al congedo militare (per chi l’ha fatto). Sentirsi grandi, maturi, adulti, vicino ai compagni di scuola dei primi anni. Una forma dolce di nonnismo che diventa sana goliardia. Ormai ci si sente fuori ma l’angoscia è proprio quell’ultimo esame. Il voto, il giudizio pubblico, tutto in sessanta minuti, davanti a quei docenti che hai conosciuto bene ma che ora sono tutti davanti a te come in un tribunale dell’inquisizione.

Tu sei terrorizzato e loro – i docenti – tranquilli sorridono o raccontano aneddoti leggendari, scenari apocalittici, sentenze epocali e gossip degli anni precedenti.

Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandiI docenti, che credevi di conoscere, improvvisamente sono un mistero, una sfinge, quasi un oracolo. Avevi costruito una mappa delle simpatie e delle antipatie e adesso tutto è messo in discussione, tutto imprevedibile. E sull’esame mille versioni, mille liturgie e tu che sprofondi nel panico. Ma loro, i docenti sono sempre li a sorridere, la questione è capire perché: sadici o rassicuranti? E per sapere la verità dobbiamo solo attendere il nostro momento, il nostro turno e tutto si rileverà.

Poi ci sono i genitori, le nonne, le zie e i fidanzati. Gli amici che raccontano altre storie, sempre di quella professoressa che alla fine è stata “stronza”, che poi non è detto che sia vero, ma che importa? Noi vogliamo credere a tutto perché questo vuole la tradizione.

L’esame è come un rito di passaggio, tra la nostra condizione di studenti a quella di cittadini. In mezzo ci sta la patente, i primi amori, i sogni per il futuro e la percezione che saremo liberi per sempre. In effetti liberi solo per alcune settimane, poi a cercare lavoro o sotto a studiare ancora per l’università, ma quelle poche settimane sembreranno le più belle vacanze del mondo, le ultime per dire il vero, le ultime spensierate. Penseremo a tutto questo la notte prima degli esami.

Per adesso la domanda è quale macroarea dovrò argomentare? Che documento dovrò commentare? Sarà di arte o di matematica, di latino o di filosofia?

Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandiAllora emerge dall’inconscio un atlante di paure ancestrali: non ricorderò nulla, farò brutta figura, non capirò il documento, mi bloccherò mentre devo parlare, qualcuno mi domanderà qualcosa che non conosco, piangerò, urlerò, mi tremeranno le gambe oppure mi verrà la febbre. Sogni notturni e diurni, incubi inconsolabili ma sono la parte vera di questa esperienza. State tranquilli, state sereni, pensate a studiare, non serve a nulla.

Qualcuno si sogna Canaletto che dipinge la Guernica mentre Napoleone torna dalla Russia dopo la scoperta dell’America. Un pasticcio di nozioni, definizioni sconnesse e surreali. Allora ricordi Salvador Dalì, il sogno e il surrealismo, poi ricordi, ricordi, ricordi e non sai da dove cominciare.

Schemi, mappe concettuali, pagine di appunti che rovisti senza sosta e poi ti ricordi il mare e la spiaggia, l’ultima cena con i professori, il giro pizza e le risate fino a notte tarda con una birra in mano, mentre scopri l’umanità nascosta dei tuoi professori, tutti, anche quelli che credevi senza cuore, quelli che alla fine ti regalano una penna, un ciondolo, un libro, un pensiero semplice, e ti scrivono quella frase che ti ruba una lacrima.

Ma ora è tempo di macroaree. Argomentare, costruire costellazioni di pensieri.

Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandiPartire da uno spunto, da un documento, da una foto o da una poesia e navigare lungo una rotta originale, raccogliendo, dalla memoria, le conoscenze acquisite in questi anni. Non devi guardare più il singolo professore, la singola materia ma tessere un ragionamento armonico, organico, avvolgente, dove i saperi sono pretesti per dimostrare le proprie idee. Un esame che ci sollecita a essere maturi, critici, informati. Disponibili all’ascolto, determinati nel difendere le idee, quelle etiche e morali.

Platone, Aristotele, Socrate, Michelangelo, Picasso, Pitagora e tutti i grandi della storia, erano il pretesto per diventare grandi, per sostenere le nostre vite. L’esame finale ci fa scoprire che lo scopo di questo lungo viaggio, in questi anni, era acquisire gli strumenti per ragionare, per essere cittadini attivi, per sapere scegliere, decidere. Proprio cosi, decidere e scegliere, questo siamo chiamati a fare e per farlo dobbiamo essere preparati, prima di tutto ad argomentare, a difendere i nostri principi, a scovare dentro ogni tema che incontriamo, una nostra linea di pensiero, quella che genererà amicizie, alleanze e progetti comuni.

Nessuna paura della macroaree, nessun timore. Serve solo ragionare, immaginare una costellazione di saperi, di fonti e documenti per presentare l’ipotesi che meglio ci rappresenta. La scuola ha già verificato il nostro bagaglio di conoscenze, ora vuole solo sapere se siamo autonomi nel pensiero, se riusciamo a connettere, in forma multidisciplinare, i singoli saperi, a servizio delle nostre future azioni. Forse non eravamo abituati a ragionare così, ma sarà come tuffarsi in mare per la prima volta, resteremo prima disorientati e dopo nuoteremo con vigore senza paura. Apriamo le menti, guardiamo in ogni direzione, tuffiamoci senza paura, ne vale la pena.

Quali rotte prima degli esami: il tormentone delle macroaree per i maturandi

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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