Festa di Natale in tutte le scuole: la politica sguaiata prenda esempio dagli studenti

Festa di Natale in tutte le scuole: la politica sguaiata prenda esempio dagli studenti

Al posto giusto e al momento giusto. Energia pura, emozioni straripanti, un atlante di volti puliti.

Siamo alla vigilia delle vacanze di Natale e nelle scuole si celebra il rito della festa prima delle vacanze. Teatro, danza, musica, cinema, dibattiti, riflessioni, tutto prodotto dai ragazzi, utilizzando le loro risorse, i tanti talenti spesso nascosti da una routine che soffoca la creatività. Adesso è diverso: tutti insieme, a fare le prove di normalità, per gruppi, con le mascherine, alla giusta distanza, monitorando ogni piccolo movimento ma pur sempre tutti impegnati a raccontare quella felicità, quella voglia di esserci, quel desiderio di “andrà tutto bene” che questa maledetta pandemia ci vuole rubare.

I volti degli studenti sono puliti, gioiosi, impegnati come non vedi spesso.

Emozionati, commossi, ma straripanti di energia viva. Le musiche irrompono nell’aria, invadono lo spazio, muovono i corpi. Gli occhi dei ragazzi sono brillanti, carichi di un messaggio forte. Noi siamo quella generazione che vuole farcela malgrado tutto.
Mentre gli adulti si straziano su ogni cosa, mentre le facce che i social ci propongono sono brutte, tristi e piene di odio, i ragazzi sono un esempio, un monito.

La comunità scolastica è un esempio.

Riesce a far emergere i talenti, li mette nelle condizioni di esprimere il loro potenziale. Ogni espressione è il frutto di un lavoro, del desiderio di narrare le emozioni, insieme, con il dovuto rispetto per l’altro. I musicanti, le ballerine, i cantanti, gli attori, i tecnici, fino al pubblico che diventa parte di questo spettacolo. Ordinati, rispettosi delle regole, assistiti, sostenuti. Il corpo docente vicino e commosso, basito e sorpreso, ma orgoglioso.

La politica dovrebbe imparare dalla Scuola.

Da questa istituzione che sorregge e indirizza le sorti delle comunità. La Scuola, presidio di innovazione, inclusione e meritocrazia. La Scuola che insegna al confronto, all’argomentazione, al dibattito, al valore. Fuori, le urla della politica sguaiata, i brutti ceffi, gli sguardi obblighi, le minacce dei parolai, le istigazioni alla violenza, il fumo e l’oscurità. Ma la Scuola è presente, viva. I suoi studenti sono eroi. E che eroi, che piccoli uomini. Il futuro sono loro e da loro dobbiamo tutti imparare.

Le feste sono in molte scuole.

Forse la normalità arriverà quando i tanti genitori orgogliosi potranno assistere a questi spettacoli straordinari. La politica deve imparare dalla scuola, dalle giovani generazioni evitando di inquinare gli sguardi puliti degli studenti. Dobbiamo invertire il sistema, non più adulti che vanno a fare conferenze nelle scuole ma gli studenti che spiegano agli adulti come si può lavorare per il Bene Comune.

L’entusiasmo e l’allegria si coniuga con i tanti temi profondi affrontati dai ragazzi. La pandemia, la politica, la socialità, la diversità, la felicità. Adesso torniamo in classe, riprendiamo le lezioni, aspettiamo insieme le vacanza e facciamo pulizia. Bisogna credere e avere fiducia in questo popolo di viaggiatori erranti che vuole cambiare il mondo. Un popolo pulito e impegnato, spesso demonizzato. Che bella la festa prima delle vacanze di Natale, in tutte le scuole.

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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