
Visodent, la Procura di Catania apre un’inchiesta: decine di pazienti truffati, avviata una class action
La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sull’ormai sempre più controverso caso Visodent, la catena di cliniche dentistiche presente in varie città della Sicilia che, da alcune settimane, risulta chiusa senza alcun preavviso, lasciando decine di pazienti senza cure, ma con prestazioni già pagate o finanziamenti ancora attivi.
Il fascicolo è stato aperto dal procuratore aggiunto Fabio Scavone, dopo le numerose denunce presentate da cittadini e dalle associazioni dei consumatori Codacons, Federconsumatori e Codici Sicilia. Al momento si ipotizza il reato di truffa.
Molti pazienti raccontano di aver firmato contratti e finanziamenti per impianti dentali e cure odontoiatriche mai eseguite. In tanti, recatisi alle cliniche per proseguire o iniziare il trattamento, hanno trovato le strutture chiuse senza alcuna comunicazione ufficiale.
Manfredi Zammataro, segretario regionale di Codici Sicilia, ha dichiarato: «Siamo stati letteralmente sommersi dalle segnalazioni provenienti da ogni parte dell’isola. I cittadini si trovano improvvisamente senza cure, senza documentazione clinica, e con finanziamenti ancora attivi per prestazioni mai iniziate».
Federconsumatori ha denunciato un episodio a Messina: un paziente è stato indirizzato verso la sede di Catania per completare le cure iniziate, ma ha trovato anch’essa chiusa. L’associazione ha tentato una mediazione, conclusasi negativamente per la mancata adesione della società Visodent.
Codacons ha invece depositato un esposto alla Procura di Palermo e ha avviato una class action per:
- ottenere la sospensione dei finanziamenti attivati dai pazienti
- recuperare le somme già versate
- ottenere risarcimenti collettivi per le cure non ricevute
L’associazione ha anche chiesto il blocco urgente dei pagamenti attivi presso il centro Visodent di Palermo, per evitare ulteriori danni economici.
Le indagini sono in corso, e l’inchiesta della Procura di Catania potrebbe estendersi ad altre sedi giudiziarie siciliane, vista l’ampiezza della vicenda.