“Gaetano è una persona perbene”: parte la raccolta firme per il siciliano detenuto ad Alcatraz, il centro migranti in Florida

“Gaetano è una persona perbene”: parte la raccolta firme per il siciliano detenuto ad Alcatraz, il centro migranti in Florida

Petizione per Gaetano Mirabella Costa: “Ingiustamente detenuto in un centro migranti in Florida”

«Gaetano Mirabella Costa, un stretto amico della mia famiglia, è detenuto ingiustamente al centro di immigrazione Alcatraz dalle autorità americane. Non è un clandestino, né uno spacciatore, né un delinquente. È una persona perbene che è finito in una situazione ingiusta». A scriverlo è Cosmo Carrasco, sulla pagina Facebook “Fiumefreddo senza censura”, lanciando una raccolta firme su Change.org per chiedere la liberazione di Mirabella, siciliano originario di Taormina, attualmente detenuto ad Alligator Alcatraz, un centro per migranti in Florida.

«Abbiamo la forte convinzione – prosegue Carrasco – che queste accuse siano infondate e chiediamo un’indagine approfondita sulla sua detenzione. Il fatto che un individuo innocente possa essere trattenuto in un centro di immigrazione è un chiaro indicatore del fatto che il sistema attuale non è perfetto. Nel solo 2019, il sistema di giustizia americano ha trovato circa 2.000 persone ingiustamente detenute, secondo le statistiche ufficiali. Questo è inaccettabile».

Nel suo appello, Carrasco sottolinea: «Chiediamo giustizia per Gaetano. Solidarietà e giustizia devono prevalere. Firmate la petizione per liberarlo».

In un altro post, Carrasco ha ricostruito i fatti alla base dell’arresto: «Gaetano non ha aggredito nessuno, ma è stato lui ad essere aggredito da tre uomini amici della sua ex moglie, in uno spaccio militare di cui era socio. Era lì solo per chiedere in prestito un furgone per il trasporto di materiale». L’episodio si sarebbe poi trasformato in un caso giudiziario con denuncia e arresto, non legato allo spaccio di droga: «si trattava solo di due spinelli».

Infine, Carrasco chiarisce che «Gaetano non è un irregolare: risiede negli Stati Uniti da anni e il suo passaporto era in fase di rinnovo presso l’ambasciata italiana di Miami. Un giudice aveva firmato la sua scarcerazione, ma un altro ha disposto il trasferimento nel centro Alcatraz». L’appello si chiude con un messaggio alla politica e alla società civile: «Mi auguro che qualcuno dell’amministrazione si faccia carico della vicenda e aiuti la famiglia con ogni mezzo».

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