La scienziata siciliana Anna Grassellino guida la rivoluzione del calcolo quantistico dagli USA

La scienziata siciliana Anna Grassellino guida la rivoluzione del calcolo quantistico dagli USA

A quarantaquattro anni Anna Grassellino, fisica dei materiali, siciliana di Marsala, tre figli, sposata con Alexander Romanenko, russo ucraino, senior scientist al Fermilab, è direttrice del The Superconducting Quantum Materials and System Center presso il Fermi National Accelerator Laboratory di Chicago. Ricopre, inoltre il ruolo di professoressa associata presso uno dei più prestigiosi atenei privati americani, la Northwestern University con sede a Evanston in Illinois.

E, se questa è in premessa la nota biografica della scienziata siculo-americana, ancora più eclatanti si affacciano, nel panorama internazionale, i risultati raggiunti dal suo gruppo vasto e composito di ricercatori circa la creazione del calcolatore quantistico.
Per dare conto ai lettori della scoperta, gioverà accennare alla ricerca sul quantum computing, nell’alveo della quarta rivoluzione industriale, la seconda nel campo dei quanti, quella in atto, portatrice della conquista dell’intelligenza artificiale,seguita dalla sperimentazione intorno ai computer quantistici.
Esattamente l’attività intorno alla quale Anna Grassellino nel laboratorio di Chicago, dedicato a Enrico Fermi, dove, come detto, lavora, si è cimentata da diversi anni, con l’obiettivo di mettere a punto le sperimentazioni indispensabili a ricondurre i principi della meccanica quantistica alle compatibilità propedeutiche ad attuare il progetto della costruzione dell’elaboratore. Partendo dalle proprietà delle singole particelle subatomiche, elettroni, protoni e neutroni, ossia dal concetto di dualità onda-particella, combinato con il principio dell’entaglement, in uno con la sovrapposizione degli stati, il team della Grassellino ha realizzato la costruzione del computer, il primo al mondo con una capacità di coerenza, mai raggiunta prima. Nel linguaggio tecnico, il prototipo del Fermilab di Chicago ha conseguito il 99,9% di fedeltà, rispetto all’esecuzionedi calcoli istantanei con margini trascurabili di errori; notazione contenuta nell’articolo pubblicato dal team di Anna Grassellino, mesi fa.

Se l’intelligenza artificiale dal suo canto ha mosso preoccupazioni poi tradottesi in reali cadute, dalle truffe rivolte ai parenti, perpetrate riproducendo la voce dei loro cari, alle scritture di romanzi, poesie, saggi, articoli, tesi di laurea prodottidall’algoritmo ma di cui si sono appropriati taluni truffaldiniindividui, le tecnologie quantistiche promettono mirabilie circa l’espansione della conoscenza umana rivolta a generare nuove forme di cognizione. Apporteranno sicuramente progressi nel campo della medicina, e, confidando non sia un regresso, anche un diverso approccio nel settore della difesa, segnatamente nell’attività delle agenzie di controspionaggio, le quali da anni, ormai, si avvalgono dei calcoli di meccanica quantistica applicata a strumenti di sofisticata concezione. In sostanza, per evitare esercitazioni di bon ton, per dire molto senza significare nulla, la guerra cognitiva, cognitive warfare, sostituirà la versione tradizionale del conflitto con risultati già avvertibili sia nel recente attacco di Israele all’Iran, lo scoppio dei telefonini di uso interno, sia nelle ultime fasi dei raid russi in Ucraina.

In questo campo di applicazione della fisica quantistica di seconda generazione, gli israeliani, ma anche gli americani sono avanti nella progettazione di satelliti spia, di intercettazione degli strumenti informatici, quali telefoni, computer, sistemi di allarme. Nelle scorse settimane Paragon advisory, se gli spifferi circolanti avessero conferma, la società israeliana costruttrice di software di sorveglianza, ha imprecato tra i denti a causa del fatto sia stata svelata la sua invisibile presenza nei circuiti mondiali dell’intercettazione in sordina, rivolta a chiunque pagasse profumatamente, nell’ambito degli stati, il servizio di violazione della intimità del singolo. Arduo credere con il sistema in mano allo stato israeliano con la deriva attuale, il governo non lo adoperi per tenere sotto controllo qualsivoglia entità privata o pubblica di proprio interesse.
Ogni conquista apporta nell’attuale competizione globale, vantaggi a chi raggiunge per primo il traguardo, segnatamente in questo ambito della tecnologia, come d’altronde in qualsiasi altro.
Per chi si domandasse dove si colloca l’Italia, la delusione sta dietro l’angolo: agli ultimi posti, in buona compagnia dell’Europa, con scontati vantaggi, nell’ambito del blocco occidentale, delle già citate, America e Israele. Altrimenti Anna Grassellino, insieme con tanti valenti scienziati, non sarebbe andata negli United States a studiare, sperimentare, scoprire.

Riguardo l'autore Angelo Mattone

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