Ponte sullo Stretto, Doglioni: «Progetto a rischio con terremoti oltre magnitudo 7.1»
Roma – «Il progetto del Ponte rispetta le norme», ma «lo Stretto di Messina è capace di terremoti più forti di quelli previsti dalle regole». A lanciare l’allarme, in un’intervista a Repubblica, è Carlo Doglioni, geologo della Sapienza di Roma ed ex presidente dell’Ingv.
Secondo Doglioni, «temo che il Ponte sullo Stretto, per come è progettato oggi, possa non resistere a un terremoto maggiore» di magnitudo 7.1, perché «la magnitudo è un valore importante, ma dipende dalla profondità alla quale avviene la rottura».
Il fattore decisivo: lo scuotimento del terreno
Il geologo spiega che nei progetti edilizi non basta considerare la magnitudo, ma bisogna valutare «lo scuotimento del terreno», ovvero l’accelerazione che il suolo può subire in un determinato punto in caso di sisma: «È lo scuotimento del terreno che butta giù gli edifici, ed è su questo numero che deve basarsi una costruzione per resistere a un terremoto».
Nel caso del Ponte sullo Stretto, osserva Doglioni, «ci si basa su un valore più basso rispetto a quello che abbiamo misurato in molti terremoti recenti, anche di magnitudo inferiore a 7.1».
Le sue parole riaccendono il dibattito sulla sicurezza sismica di una delle opere infrastrutturali più discusse e ambiziose d’Italia, richiamando l’attenzione sull’importanza di valutazioni geotecniche aggiornate e basate sulle più recenti evidenze scientifiche.
