Addio a Pippo Baudo: l’ultima scena tra rose rosse e volti dello spettacolo
ROMA – Tante, tantissime rose rosse. Un cuscino sopra il feretro, quattro mazzi su piedistalli avorio e le corone inviate da Rai e istituzioni: questo il colpo d’occhio della camera ardente di Pippo Baudo, allestita con lo stesso colore del sipario dietro la bara. Il presentatore, scomparso sabato all’età di 89 anni, resta nella memoria collettiva come l’uomo capace di condurre 13 Festival di Sanremo e di cambiare per sempre il modo di fare televisione in Italia.
La camera ardente è stata aperta ai fan e ai familiari fino alle 20 di ieri, con riapertura oggi dalle 9 alle 12, prima del trasferimento della salma a Militello in Val di Catania, dove mercoledì si terranno i funerali.
I primi ad arrivare sono stati il ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’avvocato Giorgio Assumma, Gigi Marzullo e Gloria Guida. Poco dopo, tra la commozione, sono entrate insieme Katia Ricciarelli, ex moglie di Baudo, e Mara Venier. Entrambe hanno abbracciato il direttore generale della Rai, Roberto Sergio, la figlia e l’assistente di Baudo, prima di uscire visibilmente emozionate. Ricciarelli ha portato con sé una delle rose rosse, simbolo di questo addio.
Un continuo via vai di personaggi dello spettacolo ha segnato la giornata: da Eros Ramazzotti a Max Giusti, da Fabrizio Moro ai Jalisse, fino a Lino Banfi, che ha ricordato con ironia: «Scherzavamo sempre sul fatto che eravamo le 4 B del ’36: Banfi, Baudo, Bergoglio e Berlusconi. Ahimè, sono rimasto solo io».
Toccanti anche le parole di Giorgia, giunta con Gianni Morandi: «Credeva tanto in me, più di quanto ci credessi io. Mi ha aiutata nei momenti cruciali della carriera». Morandi ha invece recitato l’Ave Maria accanto al feretro: «Mi ha aiutato quando negli anni ’80 ero sparito dal giro e mi chiamò».
Laura Pausini, arrivata con Paola Cortellesi e Riccardo Milani, ha ricordato i consigli ricevuti: «Mi disse: ricordati Laura, devi cantare canzoni eterne, non accontentarti». Per lei, un insegnamento non solo artistico ma anche di vita.
Presenti anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli e i vertici Rai. L’ad Giampaolo Rossi ha dichiarato che la proposta di intitolare a Baudo il Teatro delle Vittorie sarà valutata dal Cda, mentre Fiorello ha lanciato l’idea di una statua davanti a viale Mazzini. Intanto, il camerino principale dell’Ariston porterà il suo nome. «Sarà un onore entrarvi», ha detto Carlo Conti, che ha ribadito: «Non esistono eredi, impossibile esserlo».
