PALERMO – Torna al centro dell’attenzione mediatica il caso di Asia Vitale, la giovane palermitana che alcuni anni fa denunciò uno stupro di gruppo avvenuto a Palermo. Stasera, in prima serata su Italia 1, sarà trasmesso l’audio integrale e inedito registrato dal podcaster Gioacchino Gargano, in cui la ragazza torna a parlare della presunta violenza.
Secondo quanto anticipato da Mediaset in un comunicato, “se le parole contenute nella registrazione saranno confermate, il cambio di versione rappresenterebbe un colpo di scena inatteso”. Nel servizio curato da Marco Occhipinti, Asia riascolta la registrazione insieme alla giornalista Roberta Rei: tra risate, esitazioni e confessioni emergerebbe un racconto contraddittorio, segnato – secondo il comunicato – da “autosabotaggio, senso di colpa e rapporti complessi tra vittima e presunti aggressori”.
La stampa, nei giorni scorsi, ha rilanciato la notizia parlando di un possibile cambio di versione rispetto alla denuncia iniziale, nella quale Asia accusava sette ragazzi di violenza sessuale. La giovane ha reagito con decisione: “È manipolazione. Quella notte ero come uno zombie”.
Secondo i legali dei condannati – sei dei quali con sentenza definitiva – la nuova registrazione rafforzerebbe invece l’ipotesi di rapporti consensuali. Gli uomini, in carcere dal 2023, sperano ora che l’audio possa riaprire un caso che sembrava concluso.
Nella registrazione, Gargano chiede alla ragazza: “Amò, sincera, eri consenziente ma hai pensato lungo a livello di business relativo ai guadagni, vero?”. Asia risponde: “Io onestamente vorrei un attimo liberarmi da tutto questo peso”, aggiungendo poi che “loro sono stati così cretini da ammettere la loro colpevolezza quindi io a quel punto non ho potuto fare più niente”. Tuttavia, riascoltando l’audio in trasmissione, la giovane precisa: “Il consenso inizialmente c’è… ma poi è finita male perché mi hanno fatto quello che mi hanno fatto. Ho detto basta, non si sono fermati e si sono messi a ridere dei dolori che avevo”.
La puntata in onda questa sera promette dunque di riaccendere il dibattito su un caso che, pur avendo già avuto un esito giudiziario, continua a sollevare interrogativi e riflessioni sul confine tra consenso, pressione psicologica e verità processuale.
