In un’epoca segnata da individualismi e frammentazioni, la Chiesa di Nicosia sceglie la via dell’essenziale: ripartire dall’annuncio dell’Amore che si fa comunione. La lettera pastorale di Mons. Giuseppe Schillaci per l’anno 2025-2026 – Il nostro essere nella chiesa a Nicosia – si presenta come una bussola spirituale per navigare in acque tumultuose, ricordando che “Dio è amore” non è una formula devozionale, ma il fondamento di ogni azione ecclesiale.
UNA CHIESA CHE NON HA PAURA DEL CAMMINO
Ciò che colpisce immediatamente nella lunga riflessione del Vescovo è l’onestà intellettuale nel descrivere il cammino sinodale. Non si tratta di un’idealizzazione romantica del “camminare insieme”, ma di una scelta “esigente, impegnativa, che costa fatica”. Mons. Schillaci non ignora le resistenze: “Ascolto, rispetto, valorizzazione e stima dell’altro, attesa dei suoi tempi, non sempre sono motivi di incoraggiamento e di entusiasmo”.
La domanda provocatoria risuona come un esame di coscienza per ogni comunità: “Camminiamo insieme con chi ci è più simpatico, con chi la pensa come noi?” Il vero sinodo, ci ricorda il Vescovo, inizia quando impariamo a camminare “con chi ha un pensiero diverso dal mio, una sensibilità diversa dalla mia, con chi ha un passo diverso dal mio”.
DALLA MEMORIA AL FUTURO: IL PASSAGGIO TRA DUE PAPI
Significativo il passaggio che racconta la transizione da Papa Francesco a Papa Leone XIV. Non una rottura, ma una continuità nel solco del Concilio Vaticano II. Il Vescovo evidenzia come il nuovo Pontefice “da subito ha manifestato il desiderio di muoversi nel solco tracciato dai suoi predecessori”, particolarmente richiamando l’Evangelii Gaudium come testo programmatico.
LA CONVERSIONE MISSIONARIA: DALL’ASCOLTO ALL’AZIONE
Il cuore pulsante della lettera risiede nell’invito a una Chiesa che “evangelizza amando”. Mons. Schillaci riprende l’immagine francescana della Chiesa in uscita, ma la radica profondamente nella vita trinitaria: “L’amore è un esodo. È un uscire da sé per fare spazio ad altro da sé”.
Le esortazioni pratiche a tutte le componenti ecclesiali – famiglie, catechisti, giovani, consacrati, presbiteri – mostrano una visione organica della comunità cristiana. Particolarmente toccante l’appello ai giovani: “Non spegnete il desiderio che è in voi, accendetelo sempre di più”. Un incoraggiamento che suona come antidoto alla rassegnazione.
LA VIA UMILE DELLA PACE: PROFEZIA IN TEMPI DI VIOLENZA
Forse la parte più profetica della lettera è quella dedicata all’educazione alla non violenza. L’auspicio di Papa Leone che “ogni Diocesi possa promuovere percorsi di educazione alla non violenza” diventa per Mons. Schillaci un programma concreto: “Ogni comunità diventi ‘una casa della pace'”.
Il Vescovo non si limita a denunciare la violenza macro, ma scende nella micro-violenza quotidiana: “Sentiamoci tutti chiamati a debellare e a eliminare, dal nostro linguaggio, dai nostri stili di vita, parole o atteggiamenti che anche lontanamente richiamino la violenza”.
UNA SPIRITUALITÀ INCARNATA
Ciò che rende questa lettera particolarmente credibile è la sua spiritualità incarnata. La contemplazione del mistero trinitario non sfocia in spiritualismi evanescenti, ma in scelte concrete: “Disarmiamoci anzitutto nel nostro animo; disarmiamo questo nostro mondo”.
La conclusione con la preghiera a Gesù “artigiano di unità e di pace” e il riferimento a Maria come modello di “docilità, concretezza, sensibilità, attenzione” sigilla una visione cristiana che unisce mistica e profezia.
UNA PAROLA CHE CHIEDE INCARNAZIONE
La lettera di Mons. Schillaci non è un documento da archiviare, ma una proposta da incarnare. La sua forza sta nell’equilibrio tra radicamento teologico e attenzione pastorale, visione universale e applicazione locale, idealità evangelica e realismo storico.
In un tempo di smarrimento, la Chiesa di Nicosia riceve una mappa per ritrovare l’essenziale: l’Amore che cammina insieme, che si fa pace, che non ha paura di uscire.
Resta la sfida che il Vescovo di Nicosia stesso riconosce: far diventare vita quello che oggi è parola.
