PALERMO – Venerdì prossimo Totò Cuffaro comparirà davanti al gip per difendersi dalle accuse della Procura di Palermo, che ha chiesto il suo arresto per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Nell’attesa, l’ex governatore ha deciso di gettare la spugna politica: «Dimissioni irrevocabili da segretario della Dc».
Cuffaro aveva assunto il ruolo due anni e mezzo fa, votato all’unanimità appena tre mesi dopo che il Tribunale di sorveglianza aveva dichiarato estinta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, residuo della pena con la condanna a cinque anni di carcere per favoreggiamento alla mafia, scontati a Rebibbia.
L’inchiesta della Procura – che coinvolge anche il capogruppo Dc all’Assemblea regionale siciliana Carmelo Pace e il coordinatore di Noi Moderati Saverio Romano – si è abbattuta come un macigno sull’intera Democrazia Cristiana e sulle sue anime collaterali. Il partito è pronto ad azzerare i vertici per tentare di resistere al contraccolpo, mentre tra i dirigenti si teme un abbandono di massa da parte della nuova generazione politica che aveva creduto in un progetto di rinnovamento.
Tra gli alleati del centrodestra regna l’imbarazzo. L’ex governatore Raffaele Lombardo, storico rivale di Cuffaro e con lui azionista nel governo Schifani, ha annunciato che non parteciperà più alle riunioni di maggioranza. Fratelli d’Italia e Lega mantengono il silenzio, mentre l’alleanza in corso tra Dc e Lega per le future politiche appare ormai definitivamente compromessa.
«Palazzo d’Orleans segue con doveroso riserbo istituzionale ma con rigorosa attenzione l’evoluzione della vicenda» – filtra dalla Presidenza della Regione. Intanto il governatore Renato Schifani ha sospeso e revocato gli incarichi agli indagati che ricoprivano ruoli pubblici, tra cui Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento Famiglia, e Giovanni Tomasino, direttore del Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale. Presa d’atto anche dell’auto-sospensione di Alessandro Caltagirone, ex direttore generale dell’Asp di Siracusa, e avvio del commissariamento. Revocato l’incarico a Vito Raso, capo della segreteria dell’assessore Nuccia Albano.
In base all’esito degli interrogatori della prossima settimana, Schifani potrebbe adottare ulteriori provvedimenti. Nel frattempo, nel centrodestra cresce la convinzione che l’unica soluzione per evitare il tracollo a due anni dalle regionali sia un azzeramento della giunta e la nascita di un governo tecnico-politico di fine legislatura.
Il centrosinistra, intanto, tenta la spallata. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato di «Sicilia ostaggio di una consorteria», mentre il leader del M5s Giuseppe Conte rilancia: «È uno scandalo a cielo aperto, questa giunta deve andare a casa». Carlo Calenda di Azione aggiunge: «La Sicilia va commissariata». Martedì prossimo il campo progressista sarà in piazza davanti a Palazzo d’Orleans con lo slogan: «Schifani dimettiti».
Sul fronte giudiziario, ha respinto ogni accusa Stefano Palminteri, tenente colonnello dei Carabinieri indagato per rivelazione di notizie riservate. Secondo l’accusa, avrebbe informato l’ex legale di Cuffaro, l’avvocato Claudio Gallina, di indagini in corso in cambio di un aiuto lavorativo per la moglie. Palminteri è stato sentito nel corso dell’interrogatorio preventivo dal gip.
Il rammarico della Dc
«La Democrazia Cristiana della Sicilia apprende con profondo rammarico le notizie relative alle dimissioni del segretario nazionale Totò Cuffaro». In una nota, i parlamentari regionali Ignazio Abbate, Salvo Giuffrida, Nuccia Albano, Carlo Auteri, Andrea Messina, Rosellina Marchetta, il presidente regionale Laura Abbadessa e il segretario regionale Stefano Cirillo esprimono «fiducia nel lavoro degli inquirenti» e ribadiscono «l’impegno del partito per la verità e la trasparenza».
La direzione regionale straordinaria è stata convocata per il 19 novembre a Palermo, «per riaffermare i valori popolari e cristiani che hanno segnato la nostra storia e che oggi più che mai devono guidare la nostra azione pubblica» – si legge nella nota. «La Dc continuerà a servire la Sicilia con coraggio, rispetto delle istituzioni e spirito di verità».
Calenda: “Sbagliato il suo ritorno in politica”
«Cuffaro si dimette da segretario della Dc. Potremmo dire: era ora!» – scrive su X il leader di Azione Carlo Calenda. «Era profondamente sbagliato aver consentito il ritorno in pompa magna nella politica siciliana di chi è stato condannato per favoreggiamento di mafiosi. Commissariare la Sicilia è l’unica soluzione».
