Centrosinistra in festa dopo le vittorie in Puglia e Campania: «Meloni non è imbattibile»
Il centrosinistra esulta per le vittorie nette nelle elezioni regionali in Puglia e Campania. A Napoli i leader della coalizione posano accanto al neo-governatore Roberto Fico e rilanciano la sfida in vista delle politiche del 2027. La prima a indicare la rotta è la segretaria del Pd Elly Schlein, che insiste sulla costruzione di un’alternativa capace di battere il centrodestra: «Uniti non si vince soltanto, si stravince. E anche in Veneto raddoppiamo il risultato».
Schlein cita anche Pino Daniele per lanciare un messaggio diretto alla premier Giorgia Meloni: «Tanto l’aria s’adda cagnà», alludendo a un possibile cambio di vento politico che possa investire Palazzo Chigi. «Il messaggio è chiaro: l’alternativa c’è ed è competitiva. Il riscatto parte dal Sud e ci porterà a vincere insieme», ribadisce la leader dem.
Sulla stessa linea anche Giuseppe Conte. Forte dell’elezione del secondo governatore della storia M5S, il presidente pentastellato avverte: «Qui il governo ha messo in campo un uomo di Fratelli d’Italia. Quel distacco deve dare qualche pensiero a chi guida il Paese». Non manca una stoccata ai cori del centrodestra durante l’ultimo comizio: «Non ha vinto chi saltellava davanti ai problemi dei cittadini campani e oggi cade rovinosamente».
Il Pd spinge sull’acceleratore, rivendicando il ruolo di primo partito in tutte le Regioni al voto. In Campania, la lista dem tocca il 17,7%, superando la somma di quelle di Fico e M5S. Il responsabile Organizzazione del Pd, Igor Taruffi, sintetizza così l’esito politico: «Ha perso il governo, ha vinto il campo largo e un’idea di alternativa che nel Paese c’è. Il centrosinistra non farà più il favore di dividersi».
Schlein e la sua segreteria insistono su una coalizione «sempre più larga e senza veti», mentre il M5S mantiene una posizione più prudente: «Nessuna alleanza strutturale, ma intese basate su programmi condivisi», precisa Conte.
Restano aperti diversi nodi da qui alle politiche 2027: il perimetro della coalizione, la definizione dell’agenda di governo e soprattutto la scelta del candidato premier, legata al dibattito sulla legge elettorale. Schlein si dice disponibile a un confronto collegiale: «La destra vuole cambiare una riforma pessima per paura di perdere. Con questa legge elettorale perderebbe le elezioni».
Più aperturista il M5S, che ribadisce la necessità del proporzionale. A riaccendere il dibattito è anche Matteo Renzi che, a urne appena chiuse, afferma: «Meloni proverà a cambiare la legge elettorale perché con questa non torna a Palazzo Chigi». E rilancia anche lui la prospettiva unitaria del centrosinistra: «L’alternativa c’è, da Casa Riformista alla sinistra».
Inviti a progettare una piattaforma politica condivisa arrivano anche da Lorenzo Guerini e Nicola Fratoianni, che chiedono di scrivere «l’agenda dell’alternativa». Nel quadro del voto spicca anche la crescita dei socialisti: il Psi di Enzo Maraio supera il 5% sia in Puglia che in Campania. Più sottotono invece il risultato di Avs, che non arriva al 4% in Campania e Veneto e rischia di non raggiungerlo in Puglia.
