Ficarra e Picone lanciano “Sicilia Express”: «Un’Italia a due velocità, la politica non cambia»
«La differenza tra il Nord e il Sud d’Italia, da Roma in giù, è un problema troppo grande. Non è solo attuale e non può essere ridotto alla questione dello Stretto o al ponte di Messina. È da sempre che è così e ti viene quasi il dubbio che ci sia una volontà dietro tutto questo». È la riflessione di Valentino Picone alla presentazione di Sicilia Express, la nuova miniserie del duo comico in arrivo dal 5 dicembre su Netflix.
La serie, composta da sei episodi, racconta la storia di Salvo e Valentino, due infermieri siciliani che vivono tra il lavoro a Milano e le famiglie in Sicilia. Un racconto che riprende temi e linguaggi cari ai due artisti, dalle radici di Nati Stanchi (2002) al recente Santocielo, ma con un taglio più maturo: registi, sceneggiatori e interpreti, Ficarra e Picone tornano a misurarsi con un formato seriale dopo il successo di Incastrati (2022-2023).
«Nel corso degli anni cambiamo pelle, ma restiamo sempre noi – afferma Salvo Ficarra –. La comicità è soggettiva, ma ciò che conta è la storia e il modo in cui la raccontiamo. L’intento è sempre far ridere».
Picone sottolinea come la serie affronti temi più profondi, senza rinunciare alla leggerezza: «Questa volta volevamo raccontare qualcosa di nostro, di siciliano, ma che riguarda tutta l’Italia. Vorrei ricordare a qualche politico che la Sicilia è Italia». Nel cast figurano numerosi volti noti: Max Tortora, Sergio Vastano, Giorgio Tirabassi, Jerry Calà, Katia Follesa e Barbara Tabita.
Sicilia Express intreccia piani narrativi diversi – commedia, family, favola e politica – con un focus dichiarato sulle criticità dell’Isola. «Noi parliamo della Sicilia per parlare dell’Italia – spiega Picone –. I siciliani sono cambiati, ma la politica no. Gli ultimi scandali fanno rabbrividire. Ci sono problemi storici: l’acqua che manca, i trasporti, la sanità».
Il duo racconta anche la propria esperienza personale di “pendolari del cielo”: «Quando partivamo per Striscia la notizia a Milano si era creata una piccola comunità – ricorda Picone –. Aerei il venerdì sera per tornare a casa e di nuovo su il lunedì. È una condizione che riguarda tanti, e oggi i voli Catania-Milano costano anche 800 euro sotto Natale».
Nella serie compare anche un emblematico commento del presidente del Consiglio: «Ci abbiamo messo una vita a dividere l’Italia, ti pare che la riuniamo». Un riferimento implicito all’attualità? «Non ci interessa il presente – risponde Picone –. Quando gli stessi comportamenti si ripetono, non importa chi è al potere. Gli scandali sono sempre quelli. E il popolo siciliano continua a rivotarli».
Sul tema del ponte sullo Stretto, centrale nella seconda metà della serie, i due mantengono il loro stile ironico: «Lo trattiamo per quello che è. Risolverà tutto: arriverà l’acqua, asfalteranno le strade… Berlusconi voleva la piramide, Salvini prima il muro a Reggio Emilia, ora il ponte. Prima del ponte ci sono problemi più urgenti, in un Paese che ha impiegato anni per la Salerno-Reggio Calabria».
E aggiunge Ficarra: «Finalmente Tajani lo ha detto: il ponte fa evacuare. Noi lo dicevamo in uno sketch vent’anni fa. A questo punto fateci ministri ad honorem». Il duo ricorda anche le infrastrutture incompiute in Sicilia: «Annunciammo noi il crollo del ponte dell’autostrada Palermo-Catania. Il ponte Morandi è stato ricostruito; quello siciliano no. È un’Italia a due velocità. Ci sono persone che aspettano risultati di analisi per otto mesi».
Infine Picone conclude con amarezza: «Non ci sono sottotesti. Qui si cura la facciata mentre i pilastri crollano. Ci siamo autoconvinti che non meritiamo di meglio. Nella serie abbiamo solo tolto il velo a ciò che è evidente».
