Riesame annulla il sequestro di parte del denaro trovato a casa di Totò Cuffaro
Palermo. Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato il provvedimento con cui la Procura aveva disposto il sequestro del denaro rinvenuto nell’abitazione palermitana dell’ex Presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro durante una recente perquisizione. A darne notizia sono i suoi legali, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano.
Il Riesame ha accolto l’istanza della difesa, che ha fornito documentazione a sostegno della provenienza lecita delle banconote, evidenziando «la mancanza di presupposti» per il sequestro e disponendo la restituzione delle somme. Il ROS dei Carabinieri aveva sequestrato complessivamente circa 80 mila euro tra l’abitazione di Palermo e la residenza di San Michele di Ganzaria (Catania).
I giudici palermitani hanno disposto l’annullamento del sequestro relativo ai 39 mila euro rinvenuti nel capoluogo siciliano. Rimane ancora in valutazione il sequestro dei poco più di 40 mila euro trovati nella residenza di campagna di Cuffaro, competenza affidata alla magistratura etnea, che non avrebbe ancora deciso.
Il denaro oggi dissequestrato era stato trovato durante le perquisizioni effettuate tre settimane fa, contestualmente alla notifica della richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura nei confronti di Cuffaro per i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti. Su tali richieste è attesa la decisione del gip.
Cuffaro ha sostenuto che il denaro custodito nella residenza di San Michele di Ganzaria fosse di provenienza lecita, frutto della vendita dei prodotti dell’azienda agricola di proprietà sua e della moglie Giacoma Chiarelli. Una versione ora accolta almeno in parte dal Riesame, che ha dato ragione alla difesa e annullato il sequestro della somma rinvenuta a Palermo.
Secondo la Procura, invece, quelle somme sarebbero riconducibili ad episodi corruttivi, ipotesi al vaglio del gip del Tribunale di Palermo, Carmen Salustro, che sta esaminando la richiesta di misure cautelari per Cuffaro e altre 17 persone coinvolte nell’inchiesta.
