Regge il mercato dei presepi in Italia, nonostante la forte concorrenza di altri simboli natalizi, come Babbo Natale e l’albero con luci e palline. La tradizione di rappresentare la Natività è ancora molto diffusa, anche se nelle case degli italiani diminuisce la consuetudine di realizzare la grotta di Betlemme e il resto della scenografia con carta colorata, stagnola, muschio e tanti personaggi, sostituita spesso da piccoli presepi composti quasi esclusivamente dalla Sacra Famiglia.
È quanto segnala :contentReference[oaicite:1]{index=1}, la più grande fiera nel mondo e l’unica in Italia sui prodotti devozionali e i servizi per il settore religioso, che si svolgerà nei giorni dal 31 gennaio al 3 febbraio 2026 a :contentReference[oaicite:2]{index=2}. Questa manifestazione, giunta alla quinta edizione, vedrà la partecipazione di oltre 200 espositori, provenienti dall’Italia e da altri 18 Paesi, tra cui alcuni tra i principali produttori e rivenditori di statuine per i presepi.
«Il simbolo del Natale resta assolutamente il presepe, anche se il mondo della pubblicità da anni spinge soprattutto la figura di Babbo Natale, gli alberi natalizi pieni di addobbi colorati e tanti dolci e regali – sottolinea :contentReference[oaicite:3]{index=3}, amministratore delegato di Conference Service, la società che organizza la fiera –. Nelle chiese vengono ancora realizzati grandi presepi con personaggi, luci e meccanismi. La Natività trova spesso spazio anche nelle piazze di molti comuni, ma l’albero rimane comunque più appariscente.
Nelle case degli italiani, la tradizione è ancora forte, nonostante si sia un po’ persa la consuetudine di realizzare insieme – nonni, genitori e bambini – la rappresentazione del Natale, optando spesso per un piccolo presepe simbolico solo con le statuine di San Giuseppe, della Vergine Maria e di Gesù Bambino».
La produzione di presepi artigianali in Italia è concentrata soprattutto in alcuni distretti: la Toscana e Lucca per la realizzazione delle statuine classiche tradizionali; la Val Gardena per i presepi in legno, anche di grandi dimensioni; Napoli e i suoi famosi artigiani di :contentReference[oaicite:4]{index=4} per il presepe tradizionale napoletano; Lecce e anche la Sicilia per i personaggi in cartapesta.
Oltre a questi distretti, nel nostro Paese vi sono nuove produzioni in ceramica, plastica, carta e metallo. I presepi made in Italy sono molto apprezzati in tutto il mondo per tradizione, design e qualità. Non manca però la concorrenza dall’estero, in particolare da aziende di Cina e Sud America.
Devotio 2026 ospiterà migliaia di prodotti devozionali, oggetti per il culto, arredamenti e tecnologie per la chiesa, come crocifissi, rosari, immagini sacre, statue e presepi, campane, incensi, candele, vetrate e mosaici, calici e pissidi, paramenti per la liturgia, arte sacra, impianti audio, sistemi per la raccolta di donazioni, arredi per le chiese e abbigliamento per il clero.
Nel corso della fiera, si svolgerà anche un articolato programma culturale sul tema “Spazio liturgico: luogo della fede, bene culturale”, curato dal Comitato scientifico della manifestazione in collaborazione con la :contentReference[oaicite:5]{index=5}.
Previsto un ricco calendario di iniziative, con tavole rotonde, convegni, workshop degli espositori, mostre e anche eventi in città, che affronteranno temi come l’arte sacra, l’architettura, la liturgia, il restauro e la musica liturgica.
