Etna, il vulcanologo Behncke: “Il ‘vecchietto’ si ribella: dopo 28 anni il cratere Nord-Est torna al parossismo”

Etna, il vulcanologo Behncke: “Il ‘vecchietto’ si ribella: dopo 28 anni il cratere Nord-Est torna al parossismo”

«Alla fine ce l’ha fatta, questo vecchietto di Cratere di Nord-Est, e ha fatto un po’ di fontane di lava, vere fontane di lava, quindi un parossismo, il suo primo dopo quasi 28 anni».

Con queste parole il vulcanologo Boris Behncke, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Etneo di Catania, ha commentato su Facebook il ritorno sulla scena del Cratere di Nord-Est, il più “anziano” dei quattro crateri sommitali dell’Etna, protagonista oggi di due parossismi caratterizzati da fontane di lava ed emissione di nube eruttiva.

«Per molti anni – ricorda Behncke – era quello che non faceva altro che brontolare un po’ in profondità. A volte mostrava anche un’attività stromboliana un po’ più intensa sul fondo craterico, ma niente di più».

Due volte, sottolinea il vulcanologo, il Cratere di Nord-Est aveva dato l’impressione di volersi risvegliare davvero – il 18 maggio 2016 e il 12 settembre 2019 – ma in entrambe le occasioni era stata la Voragine a prendere il sopravvento. «Mi piaceva dire “tanto ormai il Nord-Est non riesce più a fare parossismi”, giusto per stuzzicarlo», racconta Behncke con ironia.

Nel frattempo, il “fratello minore”, il Cratere di Sud-Est, ha messo a segno oltre cento parossismi negli ultimi quindici anni. Anche la Voragine si è mostrata estremamente attiva, mentre persino la Bocca Nuova è riuscita a produrre un parossismo – purtroppo invisibile a causa del maltempo – il 10 novembre 2024.

Il Cratere di Nord-Est è il più antico tra gli attuali crateri sommitali dell’Etna e per oltre quarant’anni è stato il punto più alto del vulcano, prima di essere superato, nell’estate del 2021, proprio dal Cratere di Sud-Est. Nato nel 1911 alla base nord-orientale dell’allora cono centrale, ha fatto registrare la sua prima attività eruttiva nel giugno del 1917 con una fontana di lava, seguita da un altro episodio l’anno successivo.

Il 16 luglio 1977 segna l’inizio di una lunga sequenza di fontane di lava con colate, seguite da altri eventi ad agosto, novembre e dicembre dello stesso anno, e poi ancora a gennaio e marzo del 1978: una ventina di episodi in totale. È in quel periodo che il Cratere di Nord-Est introduce nel repertorio dell’Etna i cosiddetti «parossismi a raffica», allora considerati un fenomeno eccezionale e oggi divenuti l’attività più tipica del vulcano.

Dopo quella fase, il protagonismo passa al Cratere di Sud-Est. Il Nord-Est si calma, con tre parossismi a settembre 1980 e uno a febbraio 1981. Un nuovo risveglio avviene nel settembre 1986, prima con alcuni giorni di attività stromboliana, poi con uno dei più potenti parossismi del secolo scorso, il 24 settembre. L’ultimo episodio isolato risale infine alla notte tra il 27 e il 28 marzo 1998.

Oggi, a distanza di quasi tre decenni, il “vecchietto” dell’Etna è tornato a farsi sentire.

Foto: Soliman Cifuentes / Unsplash

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