Catania, muore per morbillo giovane di 25 anni: i carabinieri sequestrano le cartelle cliniche

Si indaga a Catania sulla morte di una 25enne, affetta da morbillo, avvenuta due giorni fa all’ospedale ‘Garibaldi vecchio’. A seguito della denuncia dei familiari, i carabinieri hanno sequestrato le cartelle cliniche. La giovane catanese, sposata e madre di una bimba di due anni era arrivata al pronto soccorso venerdì, ma, dopo un periodo in astanteria e un successivo ricovero in Osservazione breve intensiva, le sue condizioni si erano aggravate velocemente. Così era stata trasferita nel reparto di Rianimazione dove è deceduta. “E’ rimasta buttata su una barella per ore, assieme ad altre persone malate di morbillo nella stessa stanza”, accusa la madre. Si tratta del secondo caso a Catania di un paziente adulto morto in seguito alle complicanze del morbillo: il 22 gennaio era morta una 27enne. 
L’anno scorso un terzo caso: era stato notificato il 20 settembre dall’Azienda sanitaria provinciale di Catania. L’inizio dei sintomi a carico del 42enne, poi deceduto, era avvenuto l’8 settembre, con la febbre. Il 10 settembre era comparso l’esantema, indice di morbillo. Gli esami specifici avevano poi confermato la diagnosi di morbillo (Pcr positiva). Il paziente era immunodepresso. Allora l’Asp aveva sottolineato l’incidenza molto alta nel distretto catanese parlando di “epidemia di morbillo in atto”, con picchi più alti del solito, più prolungata nel tempo e che tende a colpire non soltanto l’infanzia, ma anche gli adulti. Il servizio epidemiologia dell’Asp aveva rivelato che dall’inizio del 2017 a Catania erano stati registrati 165 casi, “numeri inconsueti e molto alti che sono legati alle mancate vaccinazioni”. Si è alzata anche l’età media che si attesta intorno ai 23 anni. Insomma, non è più una malattia dell’infanzia. Per i medici dell’Asp di Catania l’unica strada è dunque la prevenzione, e quindi i vaccini.
IL COMMENTO DI ROBERTO BURIONI, IL MEDICO PRO-VACCINAZIONI
“Una ragazza di 25 anni, madre di una bimba di due anni, è morta di morbillo, una malattia che nei paesi civili, dove tutti vaccinano i figli e si vaccinano, non esiste. In Italia, purtroppo, le coperture sono state per molti anni, nell’indifferenza generale, a livello del terzo mondo e siamo la vergogna dei paesi sviluppati, tra i quali abbiamo il poco invidiabile primato del numero di casi”. Lo scrive su Facebook il medico Roberto Burioni, noto per le sue battaglie a favore delle vaccinazioni, in merito alla giovane morta a Catania. Il morbillo, ricorda Burioni, “alla faccia dei somari che sostengono sia una malattia innocua, e’ mortale in un caso su 2000 anche in persone perfettamente sane, spesso a causa di una gravissima polmonite; in un caso su mille causa una encefalite che in un caso su 4 lascia per sempre i bambini e gli adulti sordi, ciechi o con altre gravi lesioni permanenti. Non abbiamo cure specifiche per questa malattia, ma abbiamo un vaccino che è efficace nel 98% dei casi e dove viene utilizzato in maniera estesa fa letteralmente scomparire la malattia”. Mentre gli effetti collaterali gravi “sono così rari che è difficile calcolarne l’incidenza. In ogni caso meno di un caso su un milione, come a dire che il rischio maggiore si corre nel tragitto in auto da casa al centro vaccinazioni. Quindi da una parte un vaccino sicurissimo, dall’altra una malattia terribile. Eppure qualcuno incredibilmente sceglie di non vaccinarsi e di non vaccinare i propri figli”. “In un paese civile, dove – obbligo o non obbligo – tutti si vaccinano e dove tutti vaccinano il morbillo non esiste – conclude – non ci sarebbe una bambina di due anni orfana della madre. In un paese civile questa donna sarebbe ancora viva, perché il morbillo non circolando non l’avrebbe potuta infettare. Purtroppo è morta, e non potrà più smentire quelli che su Facebook affermano “io l’ho avuto e non mi è successo niente””.
Avatar

Riguardo l'autore Corriere Etneo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.