Normanni e Democristiani: nel libro di Nino Lombardo un atlante di storie umane e sentieri da esplorare

Normanni e Democristiani: nel libro di Nino Lombardo un atlante di storie umane e sentieri da esplorare

Nino Lombardo, Dai normanni ai democristiani, storia di un gruppo dirigente (Paternò 1943-1993)

– pubblicato nel 2009 da Rubbettino – è stato il pretesto per riflettere, a tre anni dalla sua scomparsa, sulla figura dell’autore: parlamentare, scrittore e sicuramente uno dei protagonisti della trasformazione del dopoguerra a Paternò.

Normanni e Democristiani: nel libro di Nino Lombardo un atlante di storie umane e sentieri da esplorareCosì come avrebbe voluto, i ragazzi del Cenacolo Giovani hanno ricordato l’on. Nino Lombardo attraverso la rilettura del suo libro, ascoltando la voce di alcuni testimoni del tempo. Maria Chiara Papa – Presidente del Cenacolo Giovani – ha moderato l’incontro, a cui hanno partecipato Giovanni Burtone, Francesco Finocchiaro e Maurizio Erbicella, con il compito di tracciare il profilo politico e culturale dell’autore. Non a caso, ospiti di Padre Salvatore Alì, nei locali della parrocchia dello Spirito Santo, nel quartiere Ardizzone – da Lombardo fortemente voluto – , si è celebrata questa liturgia della memoria, sotto la guida della famiglia Lombardo, dei suoi figli e in particolare di Salvo Lombardo, che continua l’opera del padre come sostenitore e incubatore del Cenacolo Giovani, ormai una realtà culturale in città.

Tra le tante sollecitazioni, a partire dalla storia dell’autore, dai suoi racconti; ricordando le opere da lui promosse e sostenute; indagando nelle vicende personali e intime, dentro i retroscena che hanno caratterizzato la realizzazione di eventi culturali e delle trasformazioni urbane; seguendo il suo lavoro incessante per costruire metodi e modalità di partecipazione democratica, dentro un partito che ha fatto la storia di questo Paese; si intravedono a occhio nudo le visioni, le proiezioni e il progetto politico che aveva come scopo, l’emancipazione di una città, un territorio e la consapevolezza che l’uomo, il cittadino, la collettività sono il punto di partenza e di arrivo di un processo formativo ed educativo, necessario per svelare la bellezza della comunità e renderla viva.

Nessuna autocelebrazione, nessun revisionismo storico, lontani dall’essere nostalgici e passatisti.

Normanni e Democristiani: nel libro di Nino Lombardo un atlante di storie umane e sentieri da esplorareSolo una riflessione che tenta di trovare le direttrici per il futuro a partire dalla memoria, spesso dimenticata, cancellata e nascosta. Un tentativo di guardarsi dentro, di ricordare la morfogenesi delle idee, di individuare i pregi e i difetti di un programma politico, culturale, sociale ed economico che, parte dal dopoguerra, e si sviluppa fino alla crisi delle ideologie e dei partiti, in quella stagione degli anni ’90 che ancora deve essere approfondita e studiata, al netto delle idealizzazioni del tempo. La storia deve dare ancora il suo verdetto, deve capire meglio cosa è successo nei trent’anni successivi, fino ad oggi, ma questa è proprio un’altra storia.

Alcuni temi emergono evidenti.

La forza di una generazione che definiremo del ’48, quella generazione che ha vissuto la guerra e le sue privazioni; l’esigenza di costruire un processo democratico a partire dai partiti e per essi dedicare tutta la vita, sempre alla ricerca di una legittimazione nell’essere rappresentanti di una comunità. L’esercizio del confronto e del dibattito – nelle strade, tra la gente – la condivisione delle responsabilità all’interno degli organismi democratici, avendo ben presente che era comunque necessaria una visione unitaria – di pochi – la cui responsabilità ricadeva su tutta classe dirigente che sarebbe stata giudicata per questo in futuro. La responsabilità, la consapevolezza, la progettualità, la pazienza.

Emerge, nelle riflessioni, quella figura di leader che costruisce un nuovo palinsesto per la città di Paternò, a partire da alcuni temi:

Normanni e Democristiani: nel libro di Nino Lombardo un atlante di storie umane e sentieri da esplorarela scuola, l’acropoli, la zona industriale, la metropolitana, la galleria d’arte moderna, l’ospedale e il piano regolatore generale – lo strumento politico urbanistico indispensabile per governare un territorio. Sono temi, purtroppo, ancora attuali, in qualche caso incompiuti, abbandonati dalla classe politica che gli succede e questo – per Nino Lombardo – è un grande dispiacere. Emerge nelle sue parole, la consapevolezza che nulla sarebbe stato possibile senza i compagni di viaggio della politica, amici e opposizione, e questa è già una bella lezione.

Si sente l’esigenza di affrancare questa comunità, attraverso il confronto e il coinvolgimento di alte figure professionali che gravitano e operano in città: architetti, poeti, ingegneri, artisti, economisti e storici. Un palinsesto di qualità e profondità che rende la città, una città. Dentro le sue pagine un atlante di storie umane, di aneddoti, di retroscena piccanti e grotteschi, sfumature infinite dell’umano. Battaglie, ripicche, sogni e nascondimenti. La bellezza di queste storie sta nella capacità di svelare le ragioni più intime degli eventi che hanno determinato i fatti e le opere che oggi tutti possiamo percepire inconsapevolmente. Emerge nel libro tutta la tristezza per quello che non si è potuto realizzare e per i tanti errori: personali e collettivi. Emerge il riconoscimento per alcune personalità del mondo della politica, della cultura, dell’imprenditoria e della chiesa, compagni di viaggio che cita puntualmente in ogni pagina.

Nino Lombardo non si assolve, forse tenta solo di giustificate una classe politica, una comunità, ma rilancia, si dichiara ottimista, siamo nel 2009 quando consegna alla stampa il suo lavoro.

Normanni e Democristiani: nel libro di Nino Lombardo un atlante di storie umane e sentieri da esplorareSarebbe stato utile sentirlo adesso, forse la sua voce dissonante, quelle dei suoi ultimi giorni, sarebbe stata utile. Una cosa sembra comunque chiara: egli coltiva la memoria, attraverso due pubblicazioni, la prima con Salvo Di Matteo, sulla storia della città nell’antichità, per educare e svelare l’identità nascosta maliziosamente. Un’azione forte che cerca di tracciare un percorso di ricerca e stimolare all’approfondimento. La seconda con il suo contributo diretto, per costruire una memoria più recente, dal dopoguerra agli anni ’90, per completare la mappa, per lasciare ai posteri le tracce di un sentiero che deve essere ancora esplorato. Un metodo, non una certezza, un indizio non una verità. La sua eredità è riassunta in due parole: memoria e costellazione, perché la sua visione di città è modernamente policentrica e sistemica, nessun recinto fisico e culturale ma la sua stella polare era la storia. La memoria di un popolo che aveva perso il senso della sua esistenza.

Per questo nel 1976 promuove un lavoro che ci restituisce le ricchezze di Hybla, di Federico II, dei Moncada, e di tanti altri eroi di questa terra. Desiderava affrancarci e indicarci a partire da cosa e verso dove. Nessuna nostalgia, nessun rimpianto, solo un nuovo punto di partenza che deve essere colto dalle nuove generazioni, verso una visione, un sogno, per rinascere nella città femminina che ha esaltato le donne nella storia. La città di Hybla, Demetra, Iside, Maria, Julia Florentina, Eleonora d’Aragona, Costanza d’Altavilla, Sofonisba Anguissola, Bianca di Navarra, Santa Barbara: dee, sante, madonne, artiste e regine. Le donne di questa città che Nino Lombardo ha provato a raccontarci.

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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