Etna, conclusa la seconda fase parossistica: cenere sull’asse Zafferana-Giarre

Etna, conclusa la seconda fase parossistica: cenere sull’asse Zafferana-Giarre

Concluso il secondo parossismo, in meno di 72 ore, dell’Etna.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha infatti osservato che l’attività di fontana di lava sviluppatosi dal cratere Voragine intorno alle 4 del mattino si è gradualmente affievolita per poi cessare nella tarda mattinata. Dopo la fine dell’attività parossistica, è continuata per circa un’ora l’attività stromboliana.

L’attività parossistica ha prodotto una colonna eruttiva alta circa 9000 m s.l.m., che si è propagata in direzione Est provocando una cospicua ricaduta di cenere su diversi abitati dell’area orientale etnea lungo l’asse Zafferana Etnea – Giarre. L’attività ha inoltre prodotto una colata lavica che appare al momento alimentata e che è tracimata dall’orlo nord occidentale del cratere Bocca Nuova.

La quota del fronte si attesta a 3000 m slm circa. Sono state osservate altresì delle sporadiche emissioni di cenere dal cratere di Sud Est. Proseguono le pulizia delle strade dalla cenere vulcanica ma a Catania si prevedono tempi lunghi: “Purtroppo le operazioni di raccolta della sabbia vulcanica saranno molto più lunghe- dice il sindaco Enrico Trantino-. La quantità e il cambio di codice di smaltimento (bizantinismi che mi lasciano perplesso), rendono più complesse le operazioni di smaltimento, che si protrarranno ancora per giorni. Da lunedì dovrebbero raccogliere quella lasciata nei sacchetti in quanto, più pulita, può essere destinata a una ditta che ne ha fatto richiesta. Sebbene sia istintivo pensare a smaltirla sull’Etna, sarebbe operazione vietata dalla legge e io sarei passibile di conseguenze penali. Non esistono rimedi se non attendere, anche se ciò significherà subire la presenza di terra in strada”.

Strade e terrazze ricoperte dalla cenere hanno scatenato la fantasia dei cittadini. Una foto pubblicata sui social riproduce in maniera egregia l’effigie di Sant’Agata.

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