Adrano, assistenza ai bambini disabili nelle scuole: giudici danno ragione a famiglie ma Comune prepara ricorso

Adrano, assistenza ai bambini disabili nelle scuole: giudici danno ragione a famiglie ma Comune prepara ricorso

Quest’anno, come altre volte in passato, nelle scuole dell’obbligo il servizio di Asacom per i bambini con disabilità non viene garantito dal primo giorno di scuola dal Comune di Adrano (succede in altri comuni, purtroppo).

L’Assistente all’Autonomia e alla Comunicazione dei Disabili (Asacom) è un assistente ad personam che facilita la comunicazione dello studente con disabilità sensoriali, psico-fisiche o con disturbo dello spettro autistico nelle fasi apprendimento e nell’interazione con l’ambiente che lo circonda.

Ad Adrano sono 72 i bambini aventi diritto.

Il Comune – scrivono in una nota una decina di famiglie riunite nell’associazione ‘Cresciamo Insieme’ – ha deciso di decurtare le ore stabilite dal PEI (Piano Educativo Individualizzato) per ogni bambino con disabilità, adducendo ragioni di natura economica e di bilancio.
Per il tramite dell’associazione Cresciamo Insieme (nata per creare rete e un sistema di aiuto tra le famiglie che vivono situazioni di disabilità), è stato contattato un legale specializzato – l’avv. Maurizio Benincasa, presidente della ‘First’, già garante regionale delle persone con disabilità – e avviata un’azione legale.
“Non una class action, – si legge nella nota – ma dieci singole cause che partono da un PEI che stabilisce gli obiettivi individuali, con tempi, modalità e strategie che passano proprio dal supporto dell’Asacom.
“I giudici del Tribunale di Catania – scrivono le famiglie – hanno condannato il Comune all’integrazione delle ore mancanti e alla copertura del servizio fino all’ ultimo giorno di scuola. Per ora il servizio è garantito solo fino al 18 aprile. Nelle varie ordinanze (alcune fino a 39 pagine) i giudici parlano di atteggiamento discriminatorio del Comune aggiungendo che in nessun modo i diritti dei più fragili debbano subire logiche di bilancio, è quest’ ultimo – semmai – che deve adeguarsi a quelli che i giudici reputano diritti imprescindibili”.

“Il divieto di discriminazione – si legge in un passaggio dell’ordinanza – è prioritario rispetto alle altre spese sostenute dal Comune per attività ricreative e ludiche per le quali, a quanto si apprende dal ricorso, il Comune riesce comunque a trovare fondi, e pertanto non può essere addotta alcuna giustificazione che faccia leva sulla carenza di fondi”.

Dopo il pronunciamento, il Comune di Adrano da un lato ha adeguato il numero di ore, ma soltanto fino ad aprile, dall’altro ha deciso di presentare ricorso a queste ordinanze, aggiungendo al collegio di difesa un eminente giurista, l’avv. Agatino Cariola. L’amministrazione ha impegnato ben 24 mila euro motivando il tutto con la necessità “di non creare un precedente che porterebbe ad un danno economico all’ente”.
Se si aggiunge questa somma alle spese sostenute per le spese legali – spiegano le famiglie – si arriva a circa 50 mila euro. Soldi che potevano essere utilizzati per potenziare il servizio e che invece vengono utilizzati per andare contro un gruppo di famiglie che vuole tutelare i propri figli.
Secondo le famiglie interessate dalla vicenda, il Comune di Adrano è l’unico ente che in Italia ha appellato ben sei provvedimenti in materia resi da ben 4 magistrati diversi, senza preoccuparsi del danno che ciò arreca alle casse dell’ente e, soprattutto, ai cittadini più fragili.

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