
«Apprendo con grande soddisfazione della decisione del Tribunale del Riesame di Catania, che si è uniformata alle decisioni della Suprema Corte di Cassazione sulla insussistenza dei gravi indizi necessari per l’emissione di provvedimenti cautelari, che già il Gip di Catania aveva escluso».
A scriverlo, in un post pubblicato sui social, è Nino Naso, sindaco di Paternò, dopo che il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta della Procura etnea di applicare nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari, avanzata nell’ambito dell’inchiesta denominata “Athena”, che ipotizza voto di scambio politico-mafioso con il clan Morabito-Rapisarda.
Il primo cittadino, assistito dagli avvocati Maria Donata Licata e Vincenzo Maiello, ha inoltre chiesto di essere giudicato con il rito immediato. La prima udienza è fissata per il 9 settembre 2025.
«Sono, quindi, fiducioso di poter pienamente dimostrare, in tempi strettissimi come ho esplicitamente richiesto, la mia più assoluta e completa estraneità ai fatti che mi sono stati contestati – scrive ancora Naso – ribadendo piena e completa fiducia nel sistema giudiziario italiano».
Infine, il sindaco di Paternò ha voluto ringraziare pubblicamente i suoi legali:
«Confido che il Tribunale di Catania – a breve – faccia piena chiarezza, perché possa emergere l’assoluta limpidezza dei miei comportamenti, sempre ed esclusivamente ispirati al raggiungimento del bene della mia amata collettività. Ringrazio i miei difensori, l’Avv. Maria Donata Licata e il Professore Vincenzo Maiello, che con grande professionalità e passione, mi seguono e mi assistono».
Si permette pure di commentare questo incompetente