Governo, Meloni su referendum e decreto sicurezza: “Non votare è un mio diritto. Italia non è isolata in Europa”

Governo, Meloni su referendum e decreto sicurezza: “Non votare è un mio diritto. Italia non è isolata in Europa”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato con decisione i principali temi politici nazionali e internazionali durante la seconda edizione de “Il giorno de La Verità”, tenutasi a Palazzo Brancaccio a Roma. Al centro del suo intervento, la scelta di recarsi alle urne per il referendum su lavoro e cittadinanza senza ritirare le cinque schede, a testimonianza del rispetto per l’istituto referendario, ma anche della sua contrarietà ai contenuti proposti.

«Non condivido i quesiti, quindi scelgo l’astensione, che è un diritto democratico», ha affermato mostrando un vecchio slogan dei Ds sull’astensione. E aggiunge: «Chi oggi mi accusa era al governo negli ultimi dieci anni. Se quelle questioni erano così cruciali, potevano intervenire in Parlamento, invece di spendere 400 milioni per interpellare gli italiani».

Smentisce categoricamente qualsiasi tensione interna all’esecutivo e rilancia sulla stabilità del governo: «La maggioranza è compatta. Non ci sono stati screzi con ministri o vicepremier: Salvini e Tajani stanno facendo un ottimo lavoro». Meloni ribadisce il proprio impegno: «Farò di tutto per arrivare alla fine della legislatura. È la sfida più grande da vincere».

Ferma anche la posizione sul decreto sicurezza: «Ci accusano di autoritarismo, ma quali libertà staremmo comprimendo? Quella di truffare o occupare case? Sono fiera di queste norme, e penso che ne servano altre».

Meloni respinge poi l’immagine di un’Italia marginalizzata in Europa: «Non siamo affatto isolati, l’Italia ha ritrovato protagonismo. Non voglio essere lo junior partner di Francia e Germania. Rivendico una cooperazione tra pari».

Sul fronte internazionale, esprime preoccupazione per l’andamento del conflitto in Ucraina: «I segnali non sono incoraggianti. La Russia continua i bombardamenti e presenta proposte irricevibili. Dobbiamo sostenere ogni sforzo di mediazione: Trump, Erdogan, ma anche il Papa». E conclude, rispondendo a una domanda sui timori di attacco all’Europa: «Non ho certezze, ma non si può escludere nulla. Molti paesi vicini alla Russia sono giustamente preoccupati».

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