
Martin Scorsese a Taormina: “Il cinema è la mia religione. Ho cercato Gesù nei miei film”
TAORMINA – Una masterclass intensa e ispirata quella tenuta da Martin Scorsese, 82 anni, al Taormina Film Festival, dove ha ricevuto il Premio alla carriera dalle mani della direttrice artistica Tiziana Rocca. Più che parlare di politica o cronaca, il grande regista ha voluto condividere la sua visione più intima e profonda: il cinema come esperienza spirituale, come pellegrinaggio interiore.
“Il cinema ti porta fuori dalla solitudine, ti cambia la vita. È come un pellegrinaggio religioso”, ha detto Scorsese rivolgendosi agli studenti in sala.
Il regista di Taxi Driver e Toro Scatenato ha ricordato il suo passato in una famiglia profondamente cattolica nel cuore di Manhattan:
“Avrei voluto fare il prete, ma non ho mai ricevuto la chiamata. Così ho continuato a cercare Gesù nei miei film. In fondo anche Travis Bickle e Jake LaMotta cercano redenzione in un mondo infernale.”
Cinema, fede e nuovi progetti
Scorsese ha confermato un nuovo documentario con Papa Francesco, Aldeas – A New Story, dedicato a Scholas Occurrentes, per una “cultura dell’incontro” tra giovani.
In cantiere anche un film su Gesù nel mondo contemporaneo, ispirato al libro Vita di Gesù di Shusaku Endo: “Mi prendo sei mesi per capire come affrontarlo”.
America divisa e giovani da educare
Scorsese si è detto deluso da Donald Trump: “Nessuna compassione nella sua amministrazione”. Sugli scontri razziali ha detto: “Le ferite sociali sono profonde. L’ho vissuto in Oklahoma durante le riprese di Killers of the Flower Moon”.
Infine, il messaggio ai giovani: “Chi cresce nella violenza spesso non se ne accorge. La rabbia può aiutare, ma può anche consumarti.”
Scorsese ha concluso ricordando i film che lo hanno segnato: Paisà, Ladri di biciclette, Citizen Kane, Cassavetes.