
Graphite, giornalisti sorvegliati e il ritorno del Grande Fratello: il caso Cancellato e l’ombra di Paragon
Nel romanzo 1984, pubblicato nel 1949, George Orwell prefigurava un futuro distopico dominato dal controllo totale dell’individuo. Un mondo in cui a farne le spese, prima ancora dei cittadini, sarebbero stati l’informazione e i giornalisti. Oggi, a distanza di oltre settant’anni, quel futuro sembra in parte avverarsi.
Chi utilizza WhatsApp si sarà accorto dell’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) da parte della piattaforma Meta, proprietaria anche di Facebook, Instagram e Messenger. Con questa innovazione, Meta ha ottenuto accesso – con il consenso degli utenti – alle foto contenute negli smartphone. Ma si tratta solo di foto?
️♂️ Il caso Cancellato: giornalisti sorvegliati
La questione ha assunto contorni inquietanti quando WhatsApp ha notificato a Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, di essere stato vittima di un’intercettazione. L’autore? Un sofisticato sistema di sorveglianza: Graphite.
Graphite è una tecnologia di livello militare sviluppata da Paragon Solutions, società israeliana capace di penetrare anche nei telefoni criptati, sottraendo ogni contenuto. Si tratta di uno spyware di ultima generazione: non richiede alcun clic da parte dell’utente per infettare il dispositivo e può trasformare lo smartphone in un microfono ambientale.
Chi controlla i controllori?
Secondo le dichiarazioni ufficiali, non è stato il governo italiano a incaricare Paragon. Resta aperta la domanda: chi ha ordinato l’intercettazione? Perché sorvegliare un direttore di un quotidiano online?
La vicenda solleva interrogativi pesanti sulla libertà di stampa e sul ricorso crescente a tecnologie invasive da parte di entità sconosciute, pubbliche o private.
Il precedente: 90 giornalisti nel mirino
Secondo un’inchiesta del The Guardian, almeno 90 giornalisti in tutto il mondo sono stati bersaglio di Paragon. La sede dell’azienda negli Stati Uniti si trova a Chantilly, Virginia, non lontano da Langley, quartier generale della CIA. Coincidenza?
⚠️ L’autocensura: la vera minaccia
Oltre alla sorveglianza esterna, oggi cresce un fenomeno silenzioso ma insidioso: l’autocensura. Il giornalista evita domande scomode per timore di essere escluso dalle conferenze stampa, o peggio, spiato e schedato. Chi non si allinea, viene isolato. E chi persiste, viene “affidato” – come suggeriscono alcuni osservatori – a tecnologie come Graphite.
WhatsApp e Signal nel mirino
Esperti di sicurezza informatica mettono in guardia anche da app di uso quotidiano come WhatsApp e Signal. Entrambe, pur garantendo crittografia, possono rappresentare vettori di rischio: sono in grado di raccogliere dati personali e, potenzialmente, di veicolare spyware.
A ciò si aggiungono i messaggi promozionali comparsi negli ultimi giorni su WhatsApp, che invitano gli utenti a scaricare l’app anche su desktop. Una strategia di marketing o un mezzo per espandere il controllo digitale?
Torniamo ai computer “muti”?
Non stupisce che agenti di controspionaggio, per tutelarsi, abbiano ripreso a utilizzare computer di prima generazione, privi di internet e app di messaggistica. Una scelta drastica, ma forse l’unica rimasta per difendersi dal nuovo Grande Fratello 4.0.