
Rocca di Papa, vendetta in piazza: padre uccide l’assassino del figlio a colpi di pistola
Un’esecuzione a mano armata nel cuore del paese. È accaduto a Rocca di Papa, in provincia di Roma, dove Guglielmo Palozzi, 62 anni, operatore ecologico, ha ucciso a colpi di pistola Franco Lollobrigida, 35 anni, l’uomo condannato per la morte del figlio Giuliano Palozzi, avvenuta nel 2021.
La vendetta si è consumata in piazza della Repubblica, nella zona dei giardini pubblici, dove Lollobrigida si trovava dopo essere tornato in libertà. Guglielmo Palozzi lo ha atteso e, secondo le prime ricostruzioni, si è avvicinato con il carrello per la raccolta dei rifiuti, sorprendendolo alle spalle e aprendo il fuoco senza pronunciare una parola. Un colpo secco, mortale: Lollobrigida è morto sul colpo.
⚖️ Il precedente: la morte di Giuliano Palozzi
Franco Lollobrigida era stato condannato nel 2023 dalla Corte d’Appello di Roma a 10 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. L’accusa era legata a una lite scoppiata nel 2021 per un presunto debito di droga: durante la colluttazione, Lollobrigida avrebbe picchiato Giuliano Palozzi, causandone la morte.
Nonostante la condanna, Lollobrigida era tornato libero da due anni, grazie agli sconti di pena e a benefici previsti dall’ordinamento penitenziario.
Indagini in corso e arresto immediato
L’arma del delitto è stata subito sequestrata dai Carabinieri, che hanno anche fermato il presunto assassino poco dopo l’agguato. Numerosi testimoni presenti in piazza sono stati ascoltati dagli inquirenti per ricostruire con esattezza la dinamica.
Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri.
Il commento del sindacato di Polizia Penitenziaria
Sul caso è intervenuto anche Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria:
«Quanto è accaduto a Rocca di Papa è la tragica testimonianza che le famiglie che subiscono l’assassinio di un congiunto pagano due volte. La prima per la vita del congiunto e la seconda per la remissione in libertà, con il cosiddetto sconto di pena, di chi ha provocato quella morte».
Di Giacomo ha citato anche il caso di Andrea Cavallari, 26enne condannato a oltre 10 anni per aver partecipato alla “banda dello spray”, e attualmente irreperibile dopo aver beneficiato di un permesso per motivi di studio. «Senza attenuanti per il tragico gesto del padre – ha aggiunto – non si può far finta di nulla rispetto a decine di casi simili».
Arresto immediato…se ad uccidere una persona fosse stato un immigrato africano clandestino irregolare lo mettevano ai domiciliare presso al caritas servito riverito con vitto alloggio e acqua gratuiti e aiutato dai comunisti partigiani