
Minox, l’appello dei vescovi Mansi e Renna: «Serve uno scatto di umanità per salvare 37 famiglie»
«Chiediamo uno scatto di cristiana umanità da parte di chi ha in mano gli strumenti per decidere e di farlo presto». È l’appello lanciato con forza dal vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi, e dall’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e del lavoro.
I due vescovi si riferiscono alla situazione drammatica che stanno vivendo i 37 lavoratori della Minox, storica azienda con sede a Minervino Murge (BT) e una filiale a Lamezia Terme, che da quasi un mese presidiano i cancelli della fabbrica chiusa.
La Minox, che da oltre 30 anni produceva contenitori in acciaio inox per alimenti, è stata travolta il 18 maggio da una sentenza di fallimento pronunciata dal Tribunale di Lamezia Terme. Da lì, l’esercizio provvisorio è durato poche settimane, fino al 20 giugno, quando è scattata l’ingiunzione di licenziamento per tutti i dipendenti: 25 in Puglia e 12 in Calabria.
Particolarmente toccante è l’intervento di mons. Renna, originario di Minervino, che insieme a Mansi rivolge un invito alla curatela fallimentare e alla giudice delegata: «Occorre mettere al centro non solo la legge con i suoi tempi e le sue procedure, ma le persone – affermano – perché dietro ogni contratto fermo c’è una famiglia che aspetta, un padre che si sente impotente, comunità che rischiano di perdere un pezzo della propria identità oltre alla speranza».
I vescovi sollecitano una rapida risposta dal Tribunale di Lamezia, affinché vengano accolte le proposte che mirano a sbloccare la situazione e salvare i posti di lavoro. «La Chiesa sostiene la posizione di questi lavoratori – concludono – che chiedono solo dignità e il diritto di poter tornare a lavorare. Come parte della comunità, ci uniamo a questa speranza».