
Inchieste in Sicilia, Schifani difende Galvagno e Amata: «Non colpevoli fino a sentenza. Stop a strumentalizzazioni»
«Mi legano a Galvagno stima e amicizia. Sta lavorando bene ed è anche grazie a lui se abbiamo approvato la Finanziaria entro dicembre». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in un’intervista rilasciata al Giornale di Sicilia, intervenendo sullo scandalo giudiziario che coinvolge la politica regionale.
Schifani difende il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessora al Turismo Elvira Amata (FdI), entrambi indagati per corruzione, ribadendo il rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza: «Gaetano si difenderà e poi vedremo. Anche per l’assessora Amata vale lo stesso principio. Pure lei si difenderà».
Il governatore sottolinea la necessità di non creare instabilità: «Invito tutti a non strumentalizzare le inchieste per mettere in crisi la funzionalità dell’Ars». Aggiunge che, in caso di rinvio a giudizio, non esclude un possibile cambio di delega per Amata.
Parole dure anche contro lo “stillicidio” di notizie: «Noto il disdicevole susseguirsi di intercettazioni decontestualizzate. Io rispetto il riserbo».
Le dichiarazioni di Schifani arrivano all’indomani dell’intervento dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che nel suo messaggio alla città ha parlato di una comunità «avvilita», criticando la politica regionale che «tralascia i veri interessi pubblici a favore di interessi di parte».
Nonostante il clima teso, Schifani rilancia: «Sta per arrivare al voto una manovra importantissima basata su tre pilastri: emergenze, welfare e sviluppo». Sono stati già stanziati 345 milioni di euro in giunta: 10 milioni per contrastare il caro voli, 10 milioni per i disabili e 20 milioni per i Comuni che smaltiscono rifiuti all’estero in attesa dei termovalorizzatori.
Infine, Schifani ribadisce: «Stop alle norme-mancia. Le risorse vanno indirizzate su misure strategiche. La manovra non è blindata, ma non ci sarà spazio per microinterventi».