Simona Cinà, morte in piscina: la Procura smentisce voci infondate
La famiglia di Simona Cinà, la pallavolista di 21 anni morta venerdì notte durante una festa di laurea in una villa di Bagheria, attende con fiducia l’autopsia in programma per giovedì. Lo comunicano in una nota congiunta i legali della famiglia, Gabriele Giambrone e Davide Carnese, ribadendo che «l’obiettivo non è trovare un colpevole, ma conoscere la verità».
Nel frattempo, la Procura di Termini Imerese ha deciso di rompere il silenzio con una nota ufficiale, per fornire alcune «doverose precisazioni» a fronte di notizie divulgate in modo distorto sui media e sui social.
Le precisazioni dei magistrati
Gli inquirenti smentiscono l’assenza di tracce di festa nei pressi della piscina. «Nei pressi del bancone adibito a bar sono stati rinvenuti bicchieri e bottiglie di alcolici», si legge nella nota, in contrasto con la percezione iniziale dei familiari. Gli stessi oggetti sono stati debitamente sequestrati dai Carabinieri del comando territoriale.
Quanto ai vestiti di Simona, non risultano scomparsi ma sono stati regolarmente acquisiti agli atti. Sul fronte della ricostruzione dei fatti, la Procura conferma che «almeno due ragazzi si sono tuffati per soccorrere la giovane», che si trovava «sul fondo della piscina, in un angolo poco illuminato e distante dalla zona bar».
Famiglia e Procura: uniti nella ricerca della verità
Nonostante le divergenze emerse nei primi giorni, sia la famiglia Cinà che la Procura sembrano muoversi nella stessa direzione: fare piena luce su quanto accaduto. L’avvocato Giambrone ha ribadito che non esiste alcuna polemica con l’autorità giudiziaria e ha espresso «piena fiducia nell’operato della magistratura».
Anche il fratello di Simona, Gabriele Cinà, ha nominato un legale di fiducia, l’avvocato Mario Bellavista. In un clima di grande dolore, domenica era intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, Dario Greco, richiamando al rispetto delle norme deontologiche e alla sobrietà nel trattamento mediatico di tragedie che coinvolgono giovani vite.
L’autopsia: l’unica verità attesa
Resta in piedi l’ipotesi di un malore improvviso o un incidente. Al momento, l’inchiesta aperta dalla Procura di Termini Imerese per omicidio colposo è senza indagati. I risultati dell’autopsia saranno fondamentali per chiarire la dinamica dei fatti e sciogliere i dubbi legittimi della famiglia.
I magistrati concludono il comunicato con un appello al rispetto: «Auspichiamo che non vengano più diffuse informazioni non veritiere, per poter concentrare ogni energia sull’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti». Alla famiglia Cinà, la Procura ha rivolto le «più profonde e sentite condoglianze».
