Autopsia su Simona Cinà: morta per annegamento, si attendono gli esami tossicologici
L’autopsia eseguita sul corpo di Simona Cinà, la ventenne pallavolista trovata morta in piscina nella notte tra venerdì e sabato scorsi durante una festa di laurea in una villa a Bagheria, ha confermato che la giovane è morta per annegamento.
Dagli accertamenti effettuati al Policlinico di Palermo, eseguiti dai medici legali Tommaso D’Anna, Simona Pellerito, Emiliano Maresi e Giuseppe Lo Re, è emerso che nei polmoni della ragazza era presente acqua, mentre non sono state riscontrate patologie cardiache o malformazioni.
«Dall’autopsia è emerso che Simona è morta per annegamento. Per stabilire le cause bisognerà però aspettare i risultati finali, anche degli esami tossicologici. Gli esiti si conosceranno a fine agosto», ha dichiarato la cugina Gabriella, presente con i familiari all’Istituto di Medicina Legale.
L’esame autoptico è cominciato alle 10 e si è concluso attorno alle 13.30. All’uscita, l’avvocato della famiglia Gabriele Giambrone e il consulente di parte Fabrizio Ammoscato hanno incontrato i parenti per illustrare i primi elementi emersi.
Restano ancora molte domande aperte. «Bisognerà capire se questo annegamento sia stato causato da un malessere o da altro – ha aggiunto la cugina – È difficile pensare che una ragazza sportiva, che sapeva nuotare così bene, non sia riuscita a salvarsi. La piscina non era profonda, al massimo due metri».
La famiglia Cinà ha espresso fiducia nella magistratura, che prosegue le indagini per ricostruire le ultime ore della ragazza e verificare tutte le ipotesi, anche grazie ai risultati tossicologici attesi entro fine agosto.
